ROMA – Ama rischia rimborsi per 70 mln: Iva indebita su tassa rifiuti. I giudici di pace di Roma hanno accolto il ricorso di due residenti contro la maggiorazione Iva sulla Tari, la tassa sui rifiuti. In arrivo dunque una pioggia di cause per l’indennizzo: la già disastrata Ama (la municipalizzata romana) rischia di dover corrispondere rimborsi per 70 milioni. La vicenda non è affatto nuova e ruota intorno alla definizione della Tari: è un tributo e quindi non assoggettabile a una nuova tassa, o è una tariffa pagata come corrispettivo di un servizio cui si applica l’Iva al 10%?
Nel 2009 la Corte Costituzionale fu qualificata come tributo: niente tassa sulla tassa. Nel 2010 il Governo nella manovra introdusse la Tia, esplicitandola come tariffa: costringendo il sindaco Alemanno nel 2011 a chiedere anche l’Iva arretrata dell’anno precedente. A marzo scorso ultima giravolta: la Corte di Cassazione ha stabilito che non si può imporre una tassa sulla tassa: i giudici di pace si sono adeguati.
La partita dell’Imposta sul valore aggiunto vale circa 70 milioni annui, su quasi 800 milioni di valore complessivo della Tari, e potrebbe aprire una lunga serie di contenziosi contro l’azienda di via Calderon de la Barca. La quale solo in minima parte (ossia per l’ultimo anno fiscale), potrebbe recuperare dall’Erario l’Iva indebitamente chiesta ai romani. «Ora speriamo che altri cittadini possano ottenere lo stesso risultato – spiega l’avvocato Alessia Zittignani del Movimento difesa del cittadino, che ha promosso le vertenze legali – chiedendo però il rimborso il prima possibile, vista la prescrizione decennale». (Fabio Rossi, Il Messaggero)