Amanda “star”, gli appunti: “Mez era la mia amica, non sono un mostro”

Pubblicato il 5 Ottobre 2011 - 09:31 OLTRE 6 MESI FA

PERUGIA – “Non sono un mostro. Non guardo le foto del cadavere di Mez perché non riesco a sopportare di vederla ridotta così. Lei era mia amica”. Amanda Knox, accolta come una star al suo ritorno a Seattle, in questi quattro anni passati tra carcere e udienze in tribunale, ha preso appunti che diventeranno parte di un libro che certamente la studentessa di Seattle scriverà.

Il Corriere della Sera racconta quello che la giovane, appena assolta dalle accuse di omicidio di Meredith Kercher, ha scritto in quelle lunghe ore passate in un’aula di tribunale. “Non sono il mostro di Perugia”. La frase è scritta in stampatello su un foglio a quadretti.

E commenta così le immagini mostrate al pubblico del cadavere di Meredith, quelle foto orribili raccolte dalla Scientifica. “Io non riesco a guardare le foto del cadavere di Mez perché non riesco a sopportare di vederla ridotta così. Non ho mai visto Mez morta se non da queste foto, con i miei legali, che mi hanno sconvolto. Era la mia amica”. E, poco sotto: “Sfuggito il rispetto per Mez”.

“Ricordo confusamente che l’ha uccisa Patrick Lumumba”, disse Amanda la notte del 5 novembre 2007 in questura. E disse che lei stessa si trovava sulla scena del crimine. Quelle dichiarazioni la fecero condannare per calunnia. E lei, a distanza di quattro anni da allora, scrive in aula: “L’obiettivo dell’interrogatorio era di non lasciarmi una scelta ma di convincermi fino a quando non confermavo i loro sospetti. Ingenua nel credere che una persona innocente non potrebbe mai falsamente confessare o accusare in modo calunnioso. Ingenua a credere che gli investigatori sono infallibili”.

Negli appunti Amanda inserisce tante riflessioni su di sè. E scrive: “Sono stupida perché ho paura?”. E sottolinea che “il bisogno di giustizia per Mez è parallelo e non in contrasto con la necessità di giustizia per me e Raf. Non c’è giustizia per Meredith non perpetuare le ingiustizie per me”.