Amanda e Raffaele assolti a sorpresa: “Non hanno ucciso Meredith”

Amanda Knox (Lapresse)

PERUGIA – Assolti. A sorpresa sono stati assolti Amanda Knox e Raffaele Sollecito: il fatto non sussiste, secondo la sentenza d’appello. Non hanno ucciso Meredith Kercher. Il giudice ha stravolto la sentenza di primo grado e ha disposto la scarcerazione immediata dei due imputati. Assolti con l’articolo 530 del codice di procedura penale: nel linguaggio tecnico si chiama assoluzione “con formula piena”.

All’inizio della lettura della sentenza il giudice ha condannato la sola Amanda per calunnia. Il fatto si riferisce alle iniziali dichiarazioni dell’americana che aveva incolpato Patrick Lumumba, poi uscito completamente pulito nel corso delle indagini. Amanda per questo è stata condannata a 3 anni e al pagamento di circa 20mila euro come risarcimento. Ma in carcere non entrerà più, perché ha già passato in cella 4 anni.

Silenzio assoluto in aula quando il giudice ha iniziato a leggere. Alla parola “assolti” Amanda è scoppiata a piangere mentre Raffaele ha sorriso e ha abbracciato il suo avvocato, Giulia Bongiorno. Nel frattempo la folla fuori dalla Corte d’Assise gridava: “Vergogna, assassini”. Cosa che ha lasciato interdetti i giornalisti stranieri, soprattutto americani, che non si aspettavano tanta avversione da parte dei perugini verso Amanda e Raffaele.

La notizia è in apertura di tutti i maggiori siti americani e inglesi, dalla Cnn alla Bbc. Secondo il Guardian Amanda passerà la notte in una località fuori Perugia per volare già martedì verso Seattle. La procura potrebbe fare ricorso in Cassazione impugnando la sentenza, ma se il terzo grado dovesse optare per una condanna la Knox molto probabilmente sarà negli Stati Uniti. Raffaele Sollecito, invece, uscirà dal carcere di Terni per fare ritorno molto probabilmente a casa, anche se il suo avvocato non ha voluto dire quale sarà la prossima destinazione del ragazzo.

La sentenza arriva dopo i molti dubbi sollevati proprio nel corso del processo d’Appello. Tutte le accuse su Raffaele e Amanda si reggevano su alcune tracce di Dna sul gancetto del reggiseno di Meredith e sul coltello, presunta arma del delitto. Proprio le perizie tecniche del secondo grado, fortemente volute dalla difesa dei due imputati, hanno ridimensionato parecchio l’attendibilità del quadro di prove contro i due giovani. Troppo labili quelle tracce per poter inchiodare i ragazzi all’omicidio.

E ora? Resta apertissimo l’interrogativo. C’è Rudy Guede, condannato a 16 anni dopo aver scelto il rito abbreviato per “omicidio in concorso”. In concorso con chi? Ora che i presunti complici sono stati assolti, come cambia il quadro dell’omicidio Kercher? Significative le prime parole pronunciate dall’avvocato Bongiorno: “Le tracce nella camera di Meredith sono riconducibili a Rudy Guede, non ad Amanda e Raffaele. Ed è difficile immaginare che nella lotta che precede un omicidio una persona non lasci tracce”.

 


I commenti sono chiusi.

Gestione cookie