Andrea Stival, Veronica Panarello lo accusa. Lui “Troppo fango, voglio giustizia”

Andrea Stival, Veronica Panarello lo accusa. Lui "Troppo fango, voglio giustizia"
Andrea Stival, Veronica Panarello lo accusa. Lui “Troppo fango, voglio giustizia”

RAGUSA – Veronica Panarello accusa il suocero Andrea Stival di aver ucciso il 29 novembre 2014 il piccolo Loris. Il movente, secondo la donna imputata dell’omicidio del figlio, sarebbe che il bimbo aveva scoperto la relazione clandestina tra lei e il suocero, il padre del marito Davide Stival. Il suocero, presente in aula la mattina del 26 settembre, ha ascoltato in silenzio le accuse, ma a fine udienza ha dichiarato: “Troppo fango si è mosso, voglio giustizia”.

La mattina di lunedì Veronica prende la parola davanti al giudice Andrea Reale e racconta la sua versione dei fatti, puntando il dito contro il suocero. In un’ora di deposizione la donna ha ribadito la sua ultima ricostruzione del delitto: il suocero era in casa con lei, lei su ordine dell’uomo gli avrebbe legato le mani con delle fascette. Poi lei sarebbe uscita dalla stanza per rispondere a una telefonata. Al ritorno avrebbe trovato il figlio morto, strangolato dal suocero con un cavo usb grigio. Poi il corpo avvolto in un plaid è stato sceso in auto e portato nel canalone di contrada Mulino Vecchio.

Lei, dice, sarebbe colpevole solo di averlo aiutato a nascondere il corpicino di Loris e chiede giustizia, sostenendo di non voler pagare per un delitto, l’omicidio, che non avrebbe commesso. Andrea Stival siede in silenzio durante l’udienza e ascolta le accuse che gli vengono mosse. Poi, una volta uscito dal tribunale, commenta:

“Troppo fango si è mosso. Voglio pace, rispetto e giustizia per la famiglia e per il bambino”.

Anche il suo legale, Francesco Piazzo, ha commentato le accuse mosse da Veronica Panarello al suocero:

“Sono assolutamente sbalordito per le dichiarazioni di Veronica Panarello. Ha sostenuto in aula una posizioni indifendibile perché il processo ha accertato le sue responsabilità. Le sue sono calunnie che le contesteremo nelle sedi opportune”.

 

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