Avvocato, fidanzata giovane, sorella, 2 testamenti, 1 morto

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Febbraio 2016 - 09:35 OLTRE 6 MESI FA

 

Avvocato, fidanzata giovane, sorella, 2 testamenti, 1 morto

Marco Corini (a sinistra) con Gianluigi Buffon

LA SPEZIA – L‘avvocato, la fidanzata giovane, la sorella, due testamenti. Ed un morto. Sono questi gli elementi del giallo che ha sconvolto La Spezia: l’omicidio dell‘avvocato Marco Valerio Corini, già legale e amico del calciatore Gianluigi Buffon e della Juventus, oltre che difensore dei vertici della polizia al processo per le violenze del G8 di Genova del 2001.

Marco Corini è morto il 25 settembre del 2015. Era malato di tumore e da tempo veniva aiutato a sopportare il dolore dalla sorella Marzia, medico anestesista. Ma nell’ultimo periodo, stando a quanto sostiene l’accusa, questa avrebbe prima cercato di convincerlo a sottoporsi all’eutanasia, e poi avrebbe caricato la dose di oppiacei con cui lo sedava fino a farlo morire.

Il movente, sempre stando a quanto sostiene l’accusa, è il più classico: l‘eredità. E non parliamo di pochi spiccioli, ma di un patrimonio stimato di cinque milioni. Soldi che però Corini avrebbe voluto destinare per intero o quasi alla fidanzata, la giovane Isabeau, una donna delle Seychelles di 23 anni. E anche in questo caso, come nel più classico dei luoghi comuni, la famiglia difficilmente pensava che una giovane donna stesse per amore con un uomo molto più grande e ricco.

Corini però l’amava, dice chi lo conosceva bene, e avrebbe voluto sposarla. Pochi giorni prima di morire chiamò una sua cara amica, la giudice Diana Brusacà, per chiederle un parere legale: se convenisse sposare subito Isabeau o nominarla nel testamento. La giudice gli ricordò della legittima, per cui una parte dei suoi beni sarebbero dovuti andare alla madre. Ma il resto sarebbe potuto andare alla compagna.

 

Così fece Corini. Ma la sorella, dice l’accusa, lo convinse a redigerne un altro, di testamento, in cui destinava proprio a lei un milione di euro. E adesso Isabeau contesta quel testo e dice: “Il testamento a mio favore è sparito”. Ma non è sola, a sostenerlo. Per l’accusa, infatti, quell’ultimo testamento sarebbe stato redatto da Corini quando non era più lucido, a causa della massiccia dose di oppiacei che gli venivano somministrati dalla sorella. Quando, insomma, non era più in grado di intendere e di volere. E per questo la dottoressa Marzia Corini è accusata anche di falso in testamento.