La bimba di Sestu. Una mamma 5 minuti al giorno al telefono con la figlia

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Settembre 2014 - 11:09 OLTRE 6 MESI FA
La bimba di Sestu. Una mamma 5 minuti al giorno al telefono con la figlia

La bimba di Sestu. Una mamma 5 minuti al giorno al telefono con la figlia

CAGLIARI – Cinque minuti di telefonata al giorno: questo è il tempo concesso ad Antonella e Giulia, rispettivamente mamma, separata e senza lavoro emigrata al Nord per racimolare qualche soldo, e figlia lasciata “sola” a casa in attesa del suo ritorno. Ora Antonella è tornata ma non può più vedere sua figlia. Gli assistenti sociali del Comune di Sestu, vicino Cagliari, gliel’hanno portata via proprio ora che poteva occuparsi di lei. 

Giulia è stata affidata ad una ragazza del quartiere ed è convinta che la mamma sia ancora in Toscana perché il lavoro è durato più del previsto. Ogni giorno attende con pazienza la sua telefonata, ignara di trovarsi in realtà a pochissimi metri di distanza. E non sembra affatto la soluzione migliore. Perché se è spericolato e innaturale abbandonare la propria bambina, per andare a procacciarle il minimo sostentamento, è altrettanto innaturale e crudele separare una madre dalla propria figlia.

Come sempre la realtà è molto più complessa del carico di regole e responsabilità con cui si cerca di catalogarla. Prima di partire Antonella si era assicurata che alla figlia non mancasse nulla: la bambina andava a pranzo e cena dalla vicina di casa, dove si lavava, visto che a casa sua avevano staccato l’acqua (il contratto era a nome dell’ex compagno che l’ha abbandonata e Antonella non era ancora riuscita a risolvere la situazione). Soltanto di notte la piccola voleva dormire nella sua casa, per non lasciare da solo il cane.

Giulia se l’è cavata alla grande fino all’arrivo degli assistenti sociali. E’ una ragazzina indipendente: è capace di cucinare, di lavarsi e di andare a scuola da sola. Solo che quando le maestre le hanno dato un foglio da far firmare ai genitori lei non ha saputo mentire. “Vivo sola”, ha detto innocentemente. E gli assistenti sociali, senza perdere tempo, sono intervenuti. Hanno accusato Antonella di essere una madre “irresponsabile” ma lei è solo una donna combattiva che ha affrontato la povertà e la disoccupazione in modo più spericolato di altri. Perché non c’erano alternative, se non la fame.