Brescia, sgominata una setta: teneva in schiavitù anche un’invalida

BRESCIA – A Brescia è stato eseguito un decreto di perquisizione e sequestro nei confronti della cosiddetta “santona” Ersilia Tanghetti e di altre undici persone, appartenenti all’associazione “Sergio Minelli”, accusate di associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento di bambini, riduzione e mantenimento in stato di schiavitù e sequestro di persona.

Ersilia Tanghetti e altre 13 persone sono già imputate in un altro procedimento a Brescia per la loro attività in una comunità in cui sarebbero accaduti abusi e maltrattamenti da parte di una presunta setta con a capo la stessa Tanghetti.

A rendere nota l’operazione, oltre agli avvocati di parte civile, sono gli stessi inquirenti i quali hanno spiegato che la riduzione o mantenimento in schiavitù è motivata dal fatto che gli indagati avrebbero tenuto un’invalida al 100%, Emanuela Saretti, “in uno stato di soggezione continuativa cagionandole uno stato di totale annichilimento mediante brutali punizioni corporali, fornendole per diversi anni false informazioni sulla vita all’esterno della comunità, facendole pressioni affinchè non parlasse delle questioni interne alla comunità e costringendola a prestazioni lavorative non retribuite con orari di lavoro che si protraevano per oltre 15 ore”.

Lavori che sarebbero stati svolti in varie strutture riconducibili alla Tanghetti in provincia di Brescia (Caino, Manerba del Garda, Muscoline e Prevalle).

Gli investigatori sostengono anche “che sia stata commissionata una consulenza tecnica depositata davanti al giudice Tutelare di Salò, in cui falsamente si affermava che la vittima era stata oggetto di abusi sessuali da parte del padre, così determinando il Giudice Tutelare a ritenere l’associazione “Sergio Minelli” luogo idoneo dove tenerla”.

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