Uccise Antonio Menna. Killer Lucaioli confessa: “Non avevo nulla da fare…”

Pubblicato il 24 Aprile 2013 - 14:10| Aggiornato il 13 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – “Non avevo niente di meglio da fare…”. Bernardo Lucaioli, killer dell’autista Antonio Menna, 46 anni, ucciso a Caivano in provincia di Napoli il 17 aprile, confessa il delitto. Lucaioli però dichiara che l’omicidio di Menna è stato un’incidente, colpa di una “pistola sensibile” e dell’autista che ha innestato la retromarcia col suo furgone.

L’obiettivo di quella serata era dunque solo la rapina, spiega Lucaioli, arrestato insieme a Fiore Dirasco, Eugenio Auletta e la fidanzata, nonché sorella di Lucaioli, Raffaella. Agli inquirenti, scrive Repubblica, Lucaioli confessa:

“Quella sera non avevo niente di meglio da fare e ho fatto una stronzata. Ma non volevo uccidere quell’uomo. Il colpo è partito perché la pistola era sensibile. Non so se lo sapete, ma le pistole sono sensibili. È vero che io faccio uso di cocaina e che anche quella sera ero sotto l’effetto di stupefacenti”.

La confessione di Lucaioli è confermata da un video in possesso degli inquirenti, in cui tutti gli arrestati si riconoscono. Poi parte la confessione e la ricostruzione del delitto, riporta Repubblica:

“«Ho sempre fatto furti di materiale in ferro. Quella sera (l’alba, ndr) stavamo girando in cerca di qualche obiettivo. Lo abbiamo visto (il furgone di Menna) all’altezza di Afragola e lo abbiamo seguito fino a Caivano. Io ho fatto rapine e furti, ma non omicidi. Non volevo ucciderlo. Ero alterato per l’effetto della cocaina. Anche ora, se mi fate le analisi, potete verificare che sono positivo alla droga».

«Mia sorella Raffaella e il suo fidanzato Eugenio Auletta non hanno partecipato alla rapina, non so se qualche macchina ci ha seguito né so se erano proprio loro due». Viene smentito dai filmati.

Lucaioli continua: «Avevo una pistola giocattolo. Ma quella sera ho deciso di prendere la pistola vera perché era da un po’ che avevo deciso di buttare la pistola giocattolo. Quella sera non avevo niente di meglio da fare e ho fatto una stronzata. Ma non volevo uccidere quell’uomo. Il colpo è partito accidentalmente».

Ma poi descrive la scena e di fatto spiega che il colpo non era partito accidentalmente: «Ho puntato l’arma verso la portiera che è alta visto che è un furgone. Ho colpito tra la lamiera e il vetro. In quella situazione è normale prendere al fianco il guidatore, ma io pensavo di aver preso il volante visto che lui è fuggito»”.

Menna si accasciò a pochi metri dal luogo della rapina. La corsa in ospedale e i soccorsi prestati furono inutili. L’autista morì.