Camorra, 28 arresti per droga nel Napoletano. Tra loro un avvocato

Pubblicato il 5 Luglio 2010 - 16:10 OLTRE 6 MESI FA

Ventotto persone ritenute affiliate ai clan camorristici Bianco e Iadonisi, attivi nell’area occidentale di Napoli, sono state arrestate la mattina del 5 luglio dai carabinieri.

Nei loro confronti, il gip del Tribunale di Napoli ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, un omicidio ed un tentativo di omicidio, nonché per violazione della legge sulle armi ed altri reati.

Nel corso di indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, i carabinieri hanno documentato un traffico di cocaina proveniente dalla Colombia che, attraverso la Spagna, veniva portata in Italia e distribuita a Napoli. Gli investigatori hanno inoltre identificato i presunti autori dell’omicidio, avvenuto nel settembre 2005, di Salvatore Staiano, ad opera dei Bianco ed i presunti responsabili del tentativo di omicidio di Antonio Volpe, avvenuto cinque giorni dopo, come risposta degli Iadonisi.

Il gruppo importava gli stupefacenti, e in particolare la cocaina, tramite corrieri spagnoli. Le partite di droga diventavano, nelle telefonate tra gli affiliati, scarpe, documenti, cd, frutta, bottiglie, mozzarella. I pagamenti avvenivano tramite rimesse bancarie o bonifici.

Questi particolari emergono dalle indagini sui clan Bianco e Iadonisi, che sono state avviate nel 2005 e hanno portato ai 28 arresti eseguiti all’alba di oggi dai carabinieri del comando provinciale di Napoli. Nel corso del tempo sono stati sequestrati oltre due quintali di droga.

Della banda, secondo l’accusa, faceva parte anche un avvocato penalista del foro di Santa Maria Capua Vetere, Daniela Natale, che è stata arrestata nel corso del blitz, ”assidua assuntrice – scrive il gip – di sostanza stupefacenti, ma anche legata stabilmente all’associazione criminale in esame con il ruolo di persona dedita all’attività di spaccio con prevalenza nella zona delle Marche”.

Secondo quanto scrive il gip, i contatti di Natale con Iadonisi sono stati “costanti e quasi quotidiani. L’avvocato spesso si lamentava della qualità dello stupefacente usando un linguaggio criptato: in un messaggio intercettato dai carabinieri spiegava che ”quei cioccolatini che mi hai regalato erano buoni, ma sapevano di poco”. Anche quando ordinava droga si serviva di fantasiosi nomi di copertura: ”Hai un po’ di musica bella da ascoltare ed eventualmente per quando?”.

L’avvocato avrebbe anche procacciato nuovi clienti alla banda di spacciatori: tra questi un ingegnere, che faceva uso di molta droga: ”Ascolta molta musica, molta, molta dalla mattina alla sera”. E Daniela Natale voleva presentarlo per prima al boss Iadonisi.