Cassiera licenziata per aver tagliato punti Mulino Bianco senza pagare confezione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Aprile 2018 - 09:09 OLTRE 6 MESI FA
Cassiera licenziata per aver tagliato punti Mulino Bianco senza pagare confezione

Cassiera licenziata per aver tagliato punti Mulino Bianco senza pagare confezione

ROMA – Confermato dalla Cassazione il licenziamento per giusta causa nei confronti di una cassiera della ‘Cooperativa Adriatica’ ‘colpevole’ di aver ritagliato i punti premio da due confezioni di cracker del Mulino Bianco mentre faceva la spesa per un totale di 300 euro nel punto vendita dove lavorava, e di aver poi riposto sullo scaffale le due scatole private dei ‘bollini’.

Senza successo, la difesa della lavoratrice ha sostenuto davanti ai supremi giudici la sproporzione tra il comportamento contestato, di piccola entità, e la massima sanzione disciplinare che le era stata inflitta con la perdita del posto di lavoro. A loro avviso, data l’esiguità del danno e del costo delle confezioni, bastava una sanzione meno grave, come stabilito in primo grado dal Tribunale che aveva annullato il licenziamento.

Ad avviso della Suprema Corte, che ha accolto il ricorso del datore merita invece conferma la sentenza della Corte di Appello di Ancona del 2016 che ha ritenuto doloso il ritaglio e la sottrazione dei punti, immagini immortalate dalla telecamera di sorveglianza interna.

“Una condotta idonea a determinare la rottura del vincolo fiduciario, considerate anche le mansioni di cassiera svolte dalla lavoratrice, con maneggio di denaro aziendale, né induceva in senso contrario l’esiguo valore dei beni sottratti, in quanto la condotta, neppure determinata da motivi di bisogno, giustificava una prognosi non favorevole sulla correttezza”, avevano scritto i magistrati marchigiani. Condividendo questo severo punto di vista, la Cassazione nella sentenza 8194 rileva che “in caso di licenziamento per giusta causa, ai fini della valutazione della proporzionalità tra fatto addebitato e recesso, viene in considerazione non già l’assenza o la speciale tenuità del danno patrimoniale, ma la ripercussione sul rapporto di lavoro di una condotta suscettibile di porre in dubbio la futura correttezza dell’adempimento, in quanto sintomatica dell’atteggiarsi del dipendente rispetto agli obblighi assunti”.

Alla cassiera era stato contestato anche di essersi messa nella borsa due scatole di caramelle, circostanza non testimoniata dai filmati ma solo ammessa dalla donna al suo capo reparto.