Cerea, bar con scontrini del Duce. “Vergognarsi? Lo facciano i politici ladri” FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Dicembre 2014 - 21:20| Aggiornato il 16 Dicembre 2014 OLTRE 6 MESI FA

VERONA – A Cerea, in provincia di Verona, c’è un bar che emette scontrini “fascisti”, con sopra stampata la faccia di Mussolini. Il bar Armando è lì da 17 anni ed è frequentato da tutti, anche da ex comunisti, ma la notizia balzata agli onori della cronaca nazionale è diventata un caso. La titolare Marica Bologna e sua madre Maristella Finezzo, che la aiuta nella gestione, non hanno mai fatto mistero della loro fede politica: il bar pullula di cimeli del ventennio a partire dal grosso ritratto del Duce appeso sul caminetto. Ma agli avventori del bar, molti dei quali sono comunisti, non è mai interessato granché.

L’idea di stampare la faccia del Duce sugli scontrini fiscali è in realtà una vecchia usanza:

“Ogni anno – racconta la signora Finezzo – per tutto il mese di ottobre, per ricordare la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, sulle ricevute che emettiamo c’è la faccia di Mussolini. A fine mese la togliamo, ma quest’anno siamo in ritardo”.

Insomma, lo scontrino fascista sarebbe dovuto sparire a novembre ma visto il polverone sollevato, la signora Finezzo non ha paura di riproporlo anche a Natale:

“In Italia esistono vie dedicate a Stalin – sbotta – si può esprimere l’ideologia comunista nonostante i milioni di morti causati nei gulag dell’ex Unione Sovietica, noi abbiamo idee diverse e chiediamo vengano rispettate. Nel nostro bar può entrare chiunque, non chiediamo certo tessere di partito”.

Per lei, Mussolini è un modello a cui guardare senza nostalgia, ma pur sempre un modello:

“Non siamo mica un covo di fascisti – puntualizza – La nostra è una protesta personale contro uno Stato che non ci tutela più. Io vorrei semplicemente più rigore, più onestà e più sicurezza. Vorrei che ci volessimo tutti più bene. E invece bisogna combattere contro i politici, che rubano.”

Vergognarsi per questo, mai.

“Le cose per cui vergognarsi sono altre: si devono vergognare tutti quei politici corrotti che rubano e non pagano per i loro sbagli, non chi mette una foto del Duce al muro.

Ho 53 anni, non c’ero ai tempi di Mussolini, come posso essere nostalgica? – spiega – L’unica nostalgia che ho è per un’Italia che non c’è più, un Paese ordinato, dove regnava il rigore. Mussolini aveva iniziato bene, con le sue politiche familiari, previdenziali, di edilizia sociale. Poi è finito male, con l’orrore delle leggi razziali, la guerra.

Come si può rimpiangere quest’ultima parte? Insomma, è un ideale quello che inseguo io, quell’ideale che va oltre la foto del Duce e i cittadini qui hanno saputo capirlo molto bene”.

Cerea, bar con scontrini del Duce. "Vergognarsi? Lo facciano i politici ladri"

Lo scontrino con la faccia del Duce