Claudio Giardiello sviene e poi “non riconosce le persone”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Aprile 2015 - 13:41 OLTRE 6 MESI FA
Claudio Giardiello sviene e poi "non riconosce le persone"

Claudio Giardiello

MILANO – Claudio Giardiello sta per essere interrogato ma ha un malore. Ricoverato, non riconosce più le persone. E’ quanto sarebbe successo sabato 11 aprile al killer del tribunale di Milano.

Detenuto nel carcere di Monza (l’arresto è stato comunque convalidato), Giardiello stava per essere sentito dai magistrati quando ha accusato un (secondo) mancamento. E’ svenuto e quando si è ripreso “non riconosceva le persone, non era in grado di sostenere alcun colloquio”, ha detto il suo avvocato, come riferiscono Federico Berni e Gianni Santucci sul Corriere della Sera.

Il pubblico ministero ha raccomandato che gli vengano assicurati assistenza e supporto psicologico. Se in futuro dovesse chiedere una perizia psichiatrica, i primi riferimenti potrebbero essere questi malori e queste confusioni di mente.

Scrivono Santucci e Berni:

“Nel provvedimento che lo tiene in galera, sono invece elencati alcuni elementi raccolti dai carabinieri del Nucleo investigativo. Per il momento, sembrano andare in un’unica direzione: omicidi premeditati. Da tempo.

Primo, i «test» di ingresso in Tribunale. Giovedì mattina Giardiello è entrato con una pistola Beretta 98 nascosta in un sacchetto di carta.

All’addetto alla sicurezza ha mostrato il portafogli con un tesserino che potrebbe confondersi con quello di avvocati e impiegati del Palazzo di Giustizia, ai quali è permesso l’ingresso senza passare dal metal detector. Per la quantità di denunce che aveva presentato, Giardiello non era una faccia sconosciuta; nei giorni precedenti alcuni testimoni lo hanno visto però aggirarsi con insistenza in Tribunale. È probabile che proprio in queste occasioni abbia provato ad entrare confondendosi tra gli avvocati, ma senza pistola, per verificare se ci fossero rischi.

(…) Il quadro che emerge è definito: da anni il killer aveva fissi in mente gli obbiettivi da colpire. E nel periodo in cui alcuni testimoni collocano le sue prime idee di vendetta, Giardiello iniziò ad allenarsi con la pistola al poligono di Milano. Le prime esercitazioni sono del maggio 2011, hanno accertato i carabinieri.

Non si può affermare che l’uso sportivo della pistola sia stato fin dall’inizio finalizzato agli omicidi, ma di certo, in Tribunale, Giardiello ha sparato quasi «da professionista». Ieri indossava jeans e maglione, un po’ trasandato; non ha accennato, come dopo l’arresto, alla rabbia contro chi lo «aveva rovinato». Anzi, era quasi assente. Domani il giudice riproverà a interrogarlo. E mercoledì (il giorno non è ancora confermato) si terranno i funerali del giudice Ciampi, di Giorgio Erba e dell’avvocato Lorenzo Claris Appiani. Saranno funerali di Stato”.