Cona, migrante investito e ucciso durante la protesta per la base di Conetta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2017 - 15:03 OLTRE 6 MESI FA
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Cona, migrante investito e ucciso durante la protesta per la base di Conetta

VENEZIA – La protesta dei richiedenti asilo dell’ex base missilistica di Conetta è finita in tragedia. Un migrante in bicicletta che si dirigeva verso il presidio è stato investito e ucciso a Cona e intanto i 200 manifestanti restano in strada per protestare contro il centro di accoglienza, che definiscono come un “lager”. I migranti non vogliono rientrare nel campo, dove le condizioni di sovraffollamento sono ormai insostenibili.

Il sito Today scrive che i migranti hanno trascorso la notte nella chiesa di Codevigo, salvo poi riprendere la marcia verso Mira per raggiungere Venezia. I richiedenti asilo sono in marcia ormai da due giorni, partiti da Cona per arrivare a portare le proprie ragioni alla prefettura di Venezia:

“Il gruppo diretto in laguna mercoledì pomeriggio è stato bloccato a Codevigo. Nella tarda serata un ivoriano di 35 anni, intenzionato a raggiungere i compagni a bordo di una bicicletta con i fanali rotti è morto dopo essere stato travolto da un’automobile, un suo connazionale è rimasto invece ferito. Nella notte tra mercoledì e giovedì il sindaco di Codevigo, Annunzio Belan, aveva cercato, in accordo con la prefettura di Venezia, di convincere i richiedenti asilo a salire all’interno di due autobus, per evitare di trascorrere la notte all’addiaccio. Ne è seguito un rifiuto netto da parte dei protestanti, per evitare che la protesta perdesse di visibilità. È quindi entrato in gioco il vescovo, che ha autorizzato l’apertura della chiesa parrocchiale: i profughi, in cambio dell’ospitalità, si sono impegnati a pulire l’edificio e il piazzale antistante.

Numerose le rimostranze dei manifestanti contro la sistemazione nel campo di Conetta: dal cibo alla lentezza delle procedure burocratiche di richiesta asilo, dal sovraffollamento (comunque inferiore rispetto ai mesi scorsi) alla decisione della cooperativa che ha in gestione l’accoglienza di rimuovere alcune stufette elettriche dalle tende per motivi di sicurezza. In più lunedì la questura ha notificato la revoca delle misure di accoglienza a un profugo ivoriano per un’aggressione di cui si è reso protagonista nei mesi scorsi nel campo. Altra motivazione che ha indotto i “compagni” a uscire dall’ex base e protestare”.