Concorso per capotreno: candidata esclusa perché bassa. Cassazione: “E’ illegittimo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Dicembre 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Concorso-candidata-bassa

La sede della Corte di Cassazione

ROMA – E’ illegittimo escludere dal concorso per capotreno una candidata perché bassa: lo ha stabilito la Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi su una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma, che aveva escluso dal concorso una candidata solo per la sua altezza.

Secondo i giudici della suprema corte, spiega Valeria Zeppilli sul sito Studio Cataldi, sono illegittime le disposizioni che non tengono conto, senza alcuna giustificazione, della identità o della diversità delle situazioni soggettive coinvolte dalle stesse, in quanto possono comportare una discriminazione illegittima del candidato escluso.

Con questa sentenza la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio la sentenza con la quale il giudice dell’impugnazione capitolino aveva rigettato l’impugnazione proposta da una donna rispetto alla decisione del giudice di primo grado di non accogliere il suo ricorso contro l’esclusione dalla procedura selettiva per capotreno solo a causa della sua scarsa altezza.

Per la Corte d’appello, spiega Zeppilli,

le pretese della donna non potevano essere accolte per aver la stessa censurato non la ragionevolezza del requisito di altezza (che per i giudici era stato peraltro “posto a presidio di esigenze di sicurezza”), ma l’assenza di differenziazioni tra uomini e donne, la cui valenza discriminatoria “mai sarebbe valsa a fondare il diritto soggettivo della ricorrente ad essere ritenuta idonea all’espletamento del servizio”. La pronuncia del giudice dell’appello, però, per la Corte di cassazione va necessariamente cassata con rinvio per un nuovo esame.

 

Considerato inoltre che la Corte Costituzionale ha nei fatti sancito l’illegittimità di disposizioni che non tengono conto, senza alcuna giustificazione, della identità o della diversità delle situazioni soggettive interessate dalle stesse, la Corte d’appello di Roma deve quindi ora tornare sulla questione.