“Incenerire i cani”: contro il randagismo in Sardegna arriva la proposta choc del Pdl

Pubblicato il 28 Agosto 2010 - 18:59| Aggiornato il 30 Agosto 2010 OLTRE 6 MESI FA

Suscita scalpore e orrore tra i cinofili la proposta di un consigliere regionale sardo del Pdl, Gianfranco Bardanzellu, che per risolvere il problema del randagismo nell’isola ha proposto di ”incenerire i cani”. La notizia, pubblicata dal quotidiano L’Unione Sarda, ha già scatenato polemiche, ma secondo il politico ex di An, che è anche consigliere comunale di Olbia, ”davanti ad un’ emergenza bisogna avere il coraggio di misure forti e anche impopolari. Per affrontare il randagismo – spiega – in attesa di migliorare le strutture di accoglienza, educare alla sterilizzazione e punire chi abbandona gli animali, sarebbe opportuno incenerire i cani abbandonati”.

A Olbia i cani randagi sono circa 700. Nell’unico canile della città, situato vicino all’aeroporto, negli ultimi mesi sono stati portati 104 cani. In tutta la Sardegna i randagi (secondo stime del settembre 2009) sarebbero oltre 65 mila. Il sottosegretario alla salute Francesca Martini, con delega alla medicina veterinaria, è intervenuta sabato sulla vicenda: ”Sono profondamente indignata per una proposta così incivile e ricordo al consigliere Bardanzellu che nel nostro paese l’ uccisione degli animali d’affezione è un reato sanzionato penalmente. Le leggi dello Stato di tutela dei cani puniscono chi li abbandona, maltratta e uccide”. ”Il grave problema del randagismo -bacchetta il sottosegretario – non si può risolvere attraverso incivili mattanze di cani”.

Il presidente dell’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) Lorenzo Croce, ha annunciato che già lunedì presenterà alle autorità competenti denuncia penale contro Bardanzellu per ”istigazione al maltrattamento di animali”. L’Aidaa, nei giorni scorsi si è fatta promotrice di un’iniziativa tesa a boicottare la Spagna come meta turistica, per il trattamento lì riservato ai randagi. ”Migliaia di mail e cartoline inviate all’ambasciata di Roma e ai consolati di Spagna, con le quali 18 mila famiglie italiane da giugno a oggi hanno detto di non volersi più recare in vacanza in Spagna – dice Croce – fino a quando non si smetterà di uccidere i cani randagi e catturati in maniera crudele e solo dopo pochi giorni di permanenza nelle ‘perreras’, i canili pubblici”.

 ”Questo – spiega il presidente dell’Aidaa – è il risultato della campagna contro i massacri indiscriminati dei cani che avvengono quotidianamente nelle perreras spagnole dove vengono uccisi in maniera assolutamente crudele oltre 30.000 cani l’anno”. L’Aidaa stima che in Italia i cani randagi siano circa 725 mila. Un fenomeno che sta diventando emergenza, soprattutto nel meridione e nelle isole.