Corato-Andria, macchinista Pasquale Abbasciano tra le vittime
di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Luglio 2016 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA
Corato-Andria, macchinista Pasquale Abbasciano tra le vittime
BARI – C’è anche il macchinista Pasquale Abbasciano tra le vittime dell’incidente ferroviario avvenuto la mattina di martedì 12 luglio nel tratto a binario unico tra Andria e Corato (Bari). Abbasciano ed era a un anno dalla pensione. Dopo il lavoro sarebbe dovuto andare ad Andria, dove viveva, per raggiungere la figlia che era in Comune per le pratiche preliminari del matrimonio.
Abbasciano scherzava spesso sul fatto che sarebbe andato presto in pensione. Qualche anno fa era rimasto coinvolto in un deragliamento leggero dello stesso treno ma senza conseguenze.
Il macchinista è una delle 27 vittime dello scontro tra freni sul tratto a binario unico a Bari Nord avvenuto la mattina di martedì 12 luglio.
IL RICONOSCIMENTO – Il giorno successivo alla strage avvenuta tra Corato e Andria è quello del riconoscimento e della ricerca dei dispersi, visto che non sono ancora stati identificati tutti i morti.
“Sarà una giornata difficile. Il riconoscimento delle vittime è un’attività sempre complessa in questi casi. Dobbiamo dare un nome e un cognome a questi resti”: così il responsabile della Protezione Civile Fabrizio Curcio che, ai microfoni del Tg1, fa anche il bilancio sulle operazioni di soccorso seguite al disastro ferroviario di Andria. “La macchina ha funzionato bene, ai soccorsi ieri hanno preso parte 600 persone”. Per il responsabile della Protezione Civile, “non dovrebbero esserci altri dispersi”.
LE INDAGINI – Il procuratore facente funzioni di Trani, Francesco Giannella, costituirà oggi un pool di magistrati che coordinerà le indagini sul disastro ferroviario. L’indagine avviata è per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo nei confronti di persone da identificare. Al vaglio anche l’ipotesi dell’errore umano. Lo scontro dei due treni sulla tratta Corato-Andria potrebbe non essere colpa dell’unico binario, sistema usato anche altrove, ma del cosiddetto blocco telefonico, un metodo risalente agli anni ’50 per regolamentare la circolazione dei treni.
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