Costa Concordia, Spiegel: “Schettino italiano? Non sorprende”

Pubblicato il 24 Gennaio 2012 - 20:23 OLTRE 6 MESI FA

BERLINO – ''Mano sul cuore: qualcuno si e' forse meravigliato del fatto che il capitano della Costa Concordia fosse italiano? Ci si puo' immaginare che a compiere una simile manovra, inclusa la fuga successiva, potesse essere un tedesco oppure, diciamo anche, un capitano di marina britannico?'' Con questo pesante attacco al presunto ''carattere nazionale'' italiano e alle sue ripercussioni sulla crisi dell'euro si apre la provocatoria rubrica di Jan Fleischhauer, columnist del sito del settimanale Der Spiegel.

''Quel tipo d'uomo lo conosciamo dalle vacanze in spiaggia'', continua senza riserve Fleischhauer: ''in principio innocuo, solo e' meglio non farlo avvicinare troppo ai macchinari pesanti''.

Secondo il redattore del settimanale di Amburgo – che gia' in passato colpi' l'Italia sotto la cintura, dalla P38 sul piatto di spaghetti negli anni '70 agli italiani parassiti, viscidi e mammoni del 2006 – fare ''Bella figura'' (in italiano) sarebbe ''lo sport nazionale''. Anche ''Schettino voleva fare bella figura, ma ha trovato uno scoglio sulla sua strada''.

In realta', corregge il tiro Fleischhauer rivelando il carattere provocatorio del suo attacco, ''tutto questo e' scorretto''. Usare stereotipi per caratterizzare i vicini sarebbe ''rozzo'' o, ''ancora peggio, razzistico (anche se, per restare nella metafora, non e' proprio chiaro quanto l'italiano in se' costituisca una propria razza)'', continua velenoso.

Per il giornalista e autore il carattere nazionale e' simile alla differenza tra i sessi: ''Appartiene al passato ma nella vita quotidiana ci sbattiamo continuamente''. E sarebbe proprio questo presunto carattere nazionale tanto diverso dalle virtu' tedesche la ragione per cui oggi non si riesce a risolvere la crisi dell'euro, che secondo Fleischhauer viene da lontano. Il vizio d'origine e' stato ''mettere insieme culture economiche tanto diverse nella camicia di forza della moneta unica''.

''Per riconoscere che non poteva andare bene non serviva aver studiato economia. Sarebbe bastata una visita a Napoli o nel Peloponneso'', scrive il giornalista di Der Spiegel. Ora la cancelliera Angela Merkel cerca di 'far diventare tutti come noi. Vedremo quanto arrivera' lontana''. In fondo le nazioni possono cambiare, considera Fleischhauer, solo c'e' bisogno di tempo: del resto ''duemila anni fa gli italiani controllavano un regno che dall'Inghilterra arrivava all'Africa''.