ROMA, 30 APR – Non ci fu alcun falso, ne' favoreggiamento, ne' abuso d'ufficio nell'operato di Claudio Marchiandi, il funzionario del Prap condannato in primo grado a due anni di reclusione in merito alla vicenda di Stefano Cucchi, il 31enne fermato per droga il 15 ottobre 2009 e morto una settimana dopo all'ospedale 'Sandro Pertini' di Roma. Con la formula 'perche' il fatto non sussiste', oggi, la III Corte d'appello , presieduta da Laura Cerini, ha assolto il funzionario ribaltando il giudizio di primo grado.
Claudio Marchiandi, il 25 gennaio dello scorso anno, era stato condannato a conclusione del processo col rito abbreviato. L'accusa nei suoi confronti era quella di avere concorso alla falsa rappresentazione delle reali condizioni di Stefano per consentire il suo ricovero al 'Pertini', di avere abusato del suo ufficio redigendo personalmente in ospedale in orario extra-lavorativo la richiesta di disponibilita' del posto letto, e di avere aiutato gli agenti della 'penitenziaria' ad eludere le investigazioni. ''Siamo contenti per la decisione della Corte che ha lavorato serena – ha commentato dopo la sentenza il legale di Marchiandi, l'avvocato Oliviero de Carolis – La cosa importante e' quella di riuscire ad accertare la verita'. Lo dobbiamo a Stefano Cucchi e mi auguro che la magistratura faccia piena luce su quanto accaduto a questo ragazzo''. Per la vicenda di Cucchi e' ancora in corso il processo principale ordinario. L'11 aprile scorso, la III Corte d'assise (davanti alla quale sono imputati sei medici, tre infermieri e tre agenti della 'penitenziaria') ha disposto l'affidamento di una maxi perizia medico-legale per stabilire le cause della morte. Il prossimo 7 maggio ci sara' la nomina dei periti e il conferimento ufficiale dell'incarico.