Denise Pipitone, parla Elena Denisa (la ragazza rom di Scalea): a Storie Italiane nega di essere Denise
Pubblicato il 13 Maggio 2021 - 12:24 OLTRE 6 MESI FA

Denise Pipitone, parla Elena Denisa (la ragazza rom di Scalea): a Storie Italiane nega di essere Denise
Caso Denise Pipitone, a Storie Italiane parla Elena Denisa (la ragazza rom di Scalea). Ai microfoni Rai nega di essere lei Denise. E racconta la sua infanzia e come è arrivata in Italia. Aggiunge dettagli temporali che rendono impossibile la coincidenza con la scomparsa di Denise.
Elena Denisa racconta di quando i carabinieri le hanno fatto domande su Denise Pipitone
Elena Denisa racconta a Storie Italianae: “Ero andata a portare un braccialetto al compro oro e delle ragazze mi avevano notato, chiedendomi come mi chiamavo. Subito dopo sono arrivati i Carabinieri che mi hanno portato in caserma e mi hanno chiesto informazioni. Io comunque ero tranquilla”.
La storia di Elena Denisa, arrivata in Italia a 6 anni e mezzo dalla Romania
Poi Elena Denisa aggiunge dettagli sul suo passato e sulla sua infanzia: “Sono arrivata in Italia nel 2009, avevo 6 e anni e mezzo e la storia di Denise Pipitone la conosco bene, mi metto nei panni della mamma e mi dispiace molto. A lei voglio togliere i dubbi perché le sono date false speranze, io propongo di fare il test del dna immediatamente. Nasco in Romania, sono arrivata qui a sette anni, sono andata a scuola, ho fatto karate.
Poi mi sono trasferita a Cosenza sono andata al liceo facendo anche lavoretti part time. Ho avuto qualche litigio con mia madre ma ora ci siamo riavvicinate, da quando poi è cominciata questa storia mi ha mostrato molte foto della mia infanzia”.
Elena Denisa e la faccia sfregiata
Infine la ragazza spiega alcuni dettagli sull’aspetto fisico (in particolare sulla sua faccia): “Ho avuto un incidente da piccolina, mi hanno trovato con la faccia sfregiata mentre giocavo in mezzo ai cavalli, avevo due anni. Io non vedo questa somiglianza, anche il naso è differente perché il mio è simile a quello di mia madre. Poi ognuno vede quello che vuole vedere”.