Il “diritto” all’amante: non farli entrare in casa è violenza privata

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 7 Novembre 2011 - 13:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – C’è l’amante di tua moglie che bussa alla porta di casa? Fallo entrare, domina la rabbia, a spaccargli la faccia non ci pensare nemmeno: la legge è dalla sua parte. E’ la rivincita definitiva degli sfasciafamiglie: la figura dell’amante, allentatasi la riprovazione sociale, è tutelata legalmente, se non dal codice, dalle sentenze della Corte di Cassazione. Che, di fatto, equiparano il terzo incomodo, maschio o femmina che sia, al compagno ufficiale. Le ultime sentenze parlano chiaro. Picchi l’amante uguale maltrattamenti. Fuggi con l’amante, hai diritto al mantenimento. Offendi l’amante, diventerà ricco a suon di risarcimenti.

Gli ultimi casi finiti davanti alla Suprema Corte segnalano una rivoluzione progressiva del costume italiano. Dove è finito il Paese che fino al 1981 non aveva ancora abrogato il delitto d’onore? La forza della legge sta erodendo progressivamente il pregiudizio negativo sulla figura dell’amante. “Non è che dal punto di vista della giurisprudenza un rapporto extraconiugale sia uguale a un matrimonio o a una convivenza” sostiene Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione matrimonialisti italiani. “Però, è abbastanza evidente che, almeno dal punto di vista dell’opinione pubblica, l’amante sia visto con meno severità rispetto al passato. Anche se rimane un personaggio negativo, che va a introdursi in una relazione rovinandola”. Della presunta negatività superstite ai giudici interessa poco o nulla: condotte violente da parte di persone ferite, oltraggiate o umiliate non sono ammesse. Punto. L’infrazione è un reato penale che viene sanzionato.

Ad Angelo, che aveva impedito alla moglie Stefania di entrare in casa con l’amante, nessun perdono o attenuante: la Cassazione ha confermato la condanna per violenza privata. In un altro caso, le percosse di un quarantenne di Messina alla donna con cui intratteneva una relazione clandestina, sono state giudicate maltrattamenti in famiglia. Il menage a trois è entrato nel tinello di casa, quale accessorio contemporaneo della famiglia del Mulino Bianco. La serenità familiare è una costruzione sociale, non un fatto di natura, al pari dell’adulterio. Il nucleo originario si allarga ad altre figure impreviste: un amante per casa non è più scandaloso di una badante nella cameretta accanto alla cucina.