Donna sequestrata pubblica necrologio per l’ex rapitore

”Cristina Berardi e’ vicina a Maria Grazia e Tina per la tragica scomparsa del fratello Gianfranco Ara, con profondo rispetto e affetto”. Sembrerebbe un normale necrologio quello pubblicato oggi sul quotidiano La Nuova Sardegna se non per due piccoli ma grandi particolari significativi: Gianfranco Ara e’ stato l’unico condannato a 28 anni per il sequestro di persona, avvenuto nel 1987, proprio di Cristina Berardi che fu liberata dopo quattro mesi. Il corpo senza vita di Gianfranco Ara, di 51 anni, e’ stato trovato l’altra sera a Nuoro da un passante sulla scalinata che costeggia l’anfiteatro. Pochi dubbi sulle cause del decesso: nessun atto violento, il medico legale ha parlato di morte naturale ma il magistrato ha disposto comunque anche l’autopsia. Cristina conosceva ed era legata alle sorelle del suo ex rapitore e oltre al perdono ha voluto esternare pubblicamente la sua carita’ ed affetto.

Per il sequestro Berardi, Ara venne condannato a 28 anni di reclusione dal Tribunale di Lanusei. Tre anni fa la scarcerazione. La giovane, allora venticinquenne, figlia del presidente dell’Associazione degli Industriali di Nuoro, venne rapita da un commando di cinque persone il 20 giugno 1987 a Villagrande. Una prigionia durata 120 giorni, fino al 18 ottobre quando gli agenti della Polizia liberarono l’ostaggio fra Arzana e Seui. Dalle indagini entrarono e uscirono personaggi del calibro di Pasquale Stochino, ritenuto la primula rossa ogliastrina, Antonio Staffa (custode nel rapimento De Megni), e Gianni Cadinu. L’unico pero’ a finire sotto processo fu Gianfranco Ara.

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