Catania: oltre 80 arresti per droga. Ma nelle carceri non c’è posto

Quattrocento agenti, con elicotteri ed unità cinofile, impegnati nell’operazione Ouverture contro una complessa rete per lo spaccio di stupefacenti scoperta dalla Procura di Catania; sequestrati immobili e numerose autovetture – Le carceri di Catania sono però piene e i detenuti sono stati trasferiti in altri penitenziari della Sicilia

Gestivano un imponente traffico di droga: 84 persone sono state arrestate per traffico di droga nell’ambito della operazione “Ouverture” che ha visto impegnati oltre 400 agenti, elicotteri e unità cinofile in cinque regioni italiane (Sicilia, Campania, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto).

Peccato però, che nelle carceri della città etnea siano così colme che è stato necessario trasferire i detenuti in altri penitenziari della Sicilia.

Per 11 degli 84 indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre ad uno è stato imposto l’obbligo di firma. Tra loro anche un ex appuntato dei carabinieri, Vincenzo Catalano, 47 anni, e un impiegato del Comune di Catania, Mario Giuffrida, di 48.

L’ex militare dell’Arma, che era già detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, era stato arrestato il 13 gennaio del 2006, assieme a un barelliere dell’ospedale Cannizzaro, Lorenzo Ferlito, di 42 anni, perché sorpreso in possesso 3,7 chilogrammi di cocaina. Giuffrida è stato invece arrestato perché considerato il basista della rapina commessa il 10 gennaio del 2006 all’ufficio accettazione trasporti pubblici del Comune, che frutto un bottino di circa 36 mila euro.

Le indagini hanno permesso di individuare anche i suoi due presunti complici, Francesco Sardo e Angelo Bottino, ritenuti gli esecutori materiali dell’assalto. Secondo l’accusa il basista avrebbe informato i complici della presenza in cassa di una consistente somma di denaro.

Tra le città interessate dall’operazione, oltre a Catania, figurano Napoli, Venezia, Caserta, Forlì, Ferrara e Biella.

Secondo quanto emerso dalle indagini della squadra mobile della questura di Catania, le persone implicate facevano parte di tre organizzazioni criminali che agivano separatamente e talvolta in concorrenza tra loro e gestivano un vasto traffico di sostanze stupefacenti.

Le tre bande, che si rifornivano nella zona del rione Secondigliano, a Napoli, avrebbero avuto anche legami con esponenti della criminalità organizzata e in particolare con affiliati del clan Cappello, della cosca dei Cursoti milanesi, presenti nel rione Lineri di Catania e della “famiglia” Santapaola.

Durante l’operazione, coordinata dalla Dda della procura di Catania, sono stati eseguiti anche sequestri preventivi di beni patrimoniali, compresa una villa privata del capoluogo etneo e diverse auto.

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