Cocaina dalla Colombia nel portavivande dell’aereo: sette arresti a Roma

Pubblicato il 30 Maggio 2011 - 16:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Chili di cocaina dal Venezuela a Fiumicino, nascosti tra bevande e panini nei carrelli portavivande degli aerei di linea della tratta Caracas-Roma: era il metodo utilizzato dalla banda di narcotrafficanti romani sgominata dalla Guardia di Finanza.

Sono sette finora gli arresti. Durante una trattativa finita male un intermediario sudamericano era stato anche sequestrato, subendo l’amputazione di un dito per vendetta, proprio come nel film ‘Scarface’.

Le indagini delle Fiamme Gialle erano partite nel 2008, quando fu trovata una valigia proveniente da Caracas, contenente oltre 11 chili di cocaina, che fu poi ritirata da due persone.

Da lì è partita la ricerca di tutti gli ‘anelli’ della catena di trafficanti, che aveva la base nel quartiere della Magliana. Ma dopo qualche mese il metodo di trasporto si era ‘evoluto’: la droga finiva nei carrelli portavivande, per evitare i rischi e i costi per assoldare un corriere. Durante le indagini è
stato intercettato anche un fax con le istruzioni per aprire il carrello.

Il compito di ritirare lo stupefacente e di farlo uscire fuori dell’aeroporto era affidato a un dipendente di una società di catering. Ma una partita di droga non è arrivata a causa di un debito non pagato dagli italiani e l’intermediario colombiano è stato sequestrato nella villa in un bosco a Sutri, in provincia di Viterbo. Con un’ascia o un grosso coltello hanno tagliato anche un dito al sudamericano.

La banda stava crescendo per far arrivare più droga attraverso valigie più grandi. Oltre al colombiano e a una sua connazionale, moglie del capo della banda, gli arrestati sono tutti originari della Capitale.