Dallo “scudo” alla “mazzata” fiscale: chiesti 3 miliardi al patron della farmaceutica Menarini

Pubblicato il 22 Dicembre 2010 - 19:12 OLTRE 6 MESI FA

Una somma complessiva di oltre 3 miliardi di euro è stata chiesta dall’Agenzia delle Entrate della Toscana ad Alberto Aleotti, 87 anni, patron dell’industria farmaceutica Menarini, in un ‘processo verbale di constatazione’ notificato all’interessato lunedi’ scorso.

Nell’atto si dà conto dei rilievi emersi da verifiche fatte sul patrimonio personale di Aleotti, e non di quello dell’azienda di cui è titolare, a seguito di un’inchiesta della procura di Firenze per truffa allo Stato e frode fiscale sui titolari e i dirigenti della Menarini.

Secondo quanto riportato dall’Ansa, l’Agenzia delle Entrate ha quantificato la somma di oltre 3 miliardi di euro come quella che Alberto Aleotti potrebbe dover pagare allo Stato italiano tra recupero di imposte non versate, sanzioni e relativi interessi.

Il patron della Menarini ha un mese di tempo per aderire alle contestazioni mossegli e poter ottenere una riduzione delle sanzioni fiscali o di pagare a rate quanto dovuto. Nella verifica condotta dall’ufficio antifrodi dell’Agenzia delle Entrate della Toscana, sarebbe stato ritenuto ‘inefficace’, poiché non ci sarebbero stati i requisiti per avvalersene, lo scudo fiscale con cui Aleotti fece rientrare dall’estero, in particolare da Panama e Liechtenstein, un capitale complessivo di 1 miliardo di euro nel 2003.

Maxi-sanzioni sono state rilevate dall’Agenzia delle Entrate esaminando il patrimonio di  Aleotti e le operazioni con l’estero. Una riguarderebbe la mancata efficacia dello scudo fiscale; altre, le mancate dichiarazioni di aver costituito depositi di capitali all’estero. Oltre al recupero delle imposte evase sui redditi – possibile una volta accertata l’inefficacia dello scudo fiscale – anche gli interessi su quanto dovuto andrebbero a ‘pesare’ negli oltre 3 miliardi di euro richiesti al patron della Menarini, visto che la verifica ha preso in esame un periodo piuttosto lungo, dal 2003 ad oggi.