“Finmeccanica, no ai social network”, sostiene Brambilla

ROMA – Finmeccanica  mette dei paletti ai propri dipendenti sui social network. Vietato divulgare informazioni sensibili sui social globali come Facebook, Linkdin, Xing, YouTube, Wikipedia, Twitter. Vietato anche ovviamente parlare a nome della società in nessun caso e in nessun ambito. La notizia è lanciata dal blog BlueBirdNews, del giornalista Alberto Brambilla.

Scrive Alberto Brambilla:

L’intercettatissima Finmeccanica mette i paletti ai propri dipendenti sui social network. Ovviamente è vietato divulgare informazioni sensibili sui social globali come Facebook, Linkdin, Xing, YouTube, Wikipedia, Twitter ecc… e parlare a nome della società in nessun caso e in nessun ambito. Il tutto per non esporre l’azienda ai rischi di rivelazione di informazioni sensibili, danno reputazionale e violazione delle norme di legge.

Brambilla a questo punto spiega cosa accade in caso di “trasgressione”, con l’azienda che si riserva di adottare “misure disciplinari”:

In caso di violazione delle raccomandazioni sul rispetto di varie regole (codice etico, identità e appartenenza all’azienda – se ci si qualifica come dipendente bisogna dire che le opinioni non sono di Finmec – correttezza, confidenza, non uso di loghi e marchi) “Finmeccanica si riserva di adottare le misure, anche di carattere disciplinare, che dovesse ritenere più idonee, in applicazione dei principi di gradualità e proporzionalità”, si legge nella circolare datata 12 novembre sull’”utilizzo dei Social Media”.

Brambilla si domanda come mai, nonostante i social network siano on line da almeno 3 anni, solo ora Finmeccanica  abbia scelto di intraprendere questa strada del blocco dei vari Facebook and co.:

Succede in ogni azienda che il dipendente non debba rivelare informazioni classificate sui social network (i dipendenti di una società di Difesa non lo fanno per principio) e che non si debba diffamare l’azienda (pubblicamente). Ma dal momento che i social network esistono da almeno tre anni, perché solo adesso è meglio non diffamare un’azienda che è già stata diffamata dal suo amministratore delegato, Giuseppe Orsi, intercettato al telefono? Dare del “pazzo” al proprio braccio destro e del “coglione” a un cardinale un dipendente di Finmeccanica non lo farebbe (o almeno non lo farebbe sapere). E, in via teorica, se la diffamazione pubblica (le intercettazioni purtroppo per Orsi sono state pubblicate), porta a sanzioni disciplinari, quali sono state quelle comminate a Orsi?

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