Foggia. Ucciso il boss mafioso Giosuè Rizzi: era una presenza ingombrante

Pubblicato il 11 Gennaio 2012 - 14:17 OLTRE 6 MESI FA

FOGGIA – ''Foggia, evidentemente, non e' un paese per vecchi boss e comunque, la presenza di Giosuè Rizzi veniva ritenuta, da qualcuno, ingombrante''. E' quanto sottolinea il dirigente della squadra mobile della questura di Foggia, Alfredo Fabbrocini, in merito all'omicidio dell'ex boss della mafia foggiana, ucciso ieri nel corso di un agguato, nel quale e' rimasto ferito anche il suo amico che gli faceva da autista, Carlo Borreca. Le condizioni di quest'ultimo, sottoposto ieri ad un intervento chirurgico, non sono gravi.

L'omicidio di Rizzi ha fatto molto scalpore in città, vista l'importanza della vittima nell'ambito degli assetti criminali, non solo locali. Il corpo di Rizzi – a quanto si e' saputo – presentava 15 fori di pallottole (ma non tutti sono di entrata) e questo lascia presupporre che sia stato colpito presumibilmente da 6 o 7 pallottole che ne hanno determinato la morte istantanea. I colpi sono stati sparati probabilmente da due pistole. Una circostanza, quest'ultima, che potra' essere chiarita solo dall'esame balistico.

Il bersaglio dell'agguato secondo gli investigatori era proprio Rizzi ma elementi certi – ad esempio sulla direzione dei proiettili – anche in merito a questo aspetto delle indagini potranno emergere dall'autopsia (il giorno non e' stato ancora fissato).

Al momento, non e' ancora ben chiaro il movente dell'omicidio del 'papa', come veniva chiamato il boss, anche perché sembra che non avesse attivita' particolari in corso ed era considerato 'super partes' rispetto ai due gruppi della criminalita' che si contrappongono per il dominio delle attivita' illecite sul territorio.

Anche per questo, secondo gli inquirenti, Rizzi si sentiva tranquillo, non temeva per la sua incolumità. Girava in citta' senza particolari accorgimenti riguardanti la sua sicurezza: non aveva infatti un guardaspalle. Adesso in città ci si chiede se l'omicidio di Rizzi possa dare il via ad una nuova guerra di mafia.

''Al momento non riteniamo probabile questa eventualità – ha detto Fabbrocini a questo proposito – anche perche' non ci sono segnali che ci facciano pensare ad una ripresa della 'guerra'. E' ovvio che stiamo attenti per capire e per interpretare eventuali segnali di ripresa''.

Intanto, viste le modalità dell'agguato e la vittima designata, il caso passa direttamente alla Dda di Bari. Nelle prossime ore si potrà sapere se il questore di Foggia, Maria Rosaria Maiorino, consentira' lo svolgimento dei funerali in forma pubblica o meno: cio' avverra' solo dopo che sara' effettuato l'esame autoptico.