Gela bloccatta: operai, disoccupati e famiglie in protesta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2016 - 11:17 OLTRE 6 MESI FA
Gela blocatta: operai, disoccupati e famiglie in protesta

L’annuncio di Ignazio Giudice su Facebook per la mobilitazione a Gela

GELA – Picchetti sono stati organizzati all’alba del 19 gennaio da operai, disoccupati e famiglie nella città di Gela, in Sicilia. La mobilitazione è partita dal social network Facebook come protesta nei confronti del premier Matteo Renzi. A lanciare la manifestazione spontanea sui social è stato Ignazio Giudice, segretario della Cgil, che chiede al governo risposte e rassicurazioni per i disoccupati e le famiglie, soprattutto dopo la chiusura della raffineria che da oltre 2 anni deve essere riconvertita in “green refinery“.

Lorena Scime’ su Repubblica nell’edizione di Palermo scrive che la mobilitazione è iniziata nella notte tra 18 e 19 gennaio:

“È iniziata stanotte una mobilitazione lunga e faticosa ma se saremo uniti ci salveremo”. Con queste parole pubblicate su Facebook il segretario della Cgil Ignazio Giudice ha lanciato la manifestazione spontanea per le strade di Gela. È in atto una protesta collettiva lungo la Gela – Catania e lo snodo viario che porta a Licata. A manifestare sono circa 500 tra esercenti, pensionati di ogni settore, i disoccupati, i lavoratori dell’industria. In programma un terzo presidio sulla Gela-Vittoria.

Lo scopo?  “Arrivare al Premier Renzi – spiega Giudice – e dirgli chiaramente che Gela aspetta risposte, né elemosine, né altro. Dai bambini, ai pensionati, nessuno vuole stare più con il fiato sospeso. Serve una legge speciale a favore dei disocupati, dei precari, dei nuovi poveri e dei commercianti in crisi. Servono salute e lavoro. Vogliamo risposte”. Tra i motivi della protesta anche la chiusura della raffineria e  la lunga e angosciante attesa per la riconversione in “green refinery”. Si aspetta da quasi due anni, inoltre, l’avvio degli investimenti tanto annunciati per garantire lavoro e bonifiche”.

Il timore della città, spiega Repubblica, è di non riuscire a rialzarsi dopo la chiusura della raffineria e che i cittadini rimangano senza lavoro:

“Basta parole vuote e basta silenzi inquietanti – continua il sindacalista – mai come oggi mi sento a vostra totale disposizione, nelle ore che verranno e nei minuti che, sin da adesso, ci separano da una scelta: la difesa della città! Dobbiamo lottare insieme affinché la città non chiuda, perché di questo si tratta”.

I presidi lungo importanti arterie di transito hanno rallentato la viabilità cittadina e dalla scorsa notte a questa mattina si stanno unendo decine di cittadini che rivendicano lavoro e sviluppo.  La triplice è stata chiara: la protesta andrà avanti fino a quando non si riuscirà ad avere una data certa che consentirà alla “vertenza Gela” di approdare a Roma per avviare un tavolo di confronto con il governo nazionale. Non è escluso che nella prossime ore la protesta arrivi anche in contrada “Bulala” nei pressi del gasdotto “Greenstream”.