Gheddafi: “Feste a Villa Certosa? Non parlo. Crocifisso? Non mettere religione nello Stato”

Pubblicato il 17 Novembre 2009 - 09:03 OLTRE 6 MESI FA

Dalle feste di villa Certosa al crocifisso nei luoghi pubblici: tante domande lunedì notte a Roma per il leader libico Muammar Gheddafi nel suo secondo incontro con circa 200 ragazze italiane reclutate da un’agenzia di hostess e portate in una villa della capitale dove il colonnello ha fatto anche montare la sua ormai famosa tenda beduina.

Sul crocifisso nei luoghi pubblici, tema di strettissima attualità in Italia, Gheddafi ha fatto sfoggio di laicismo disincantato: «La religione è una via tra Dio e l’uomo», ha premesso rispondendo ad una domanda. «L’importante è non mettere la religione nello stato: in Libia non obblighiamo nessuno a mettere la Mezza Luna. Chi vuole lo fa», ha aggiunto seccamente. Ancora più laconico si è mostrato il grande leader quando gli è stata posta una domanda maliziosa sulle «feste a villa Certosa». Un mezzo sorriso ed il dito sulla bocca a fare il gesto del silenzio. Anche ieri sera quindi Gheddafi ha chiamato a raccolta tante ragazze – belle, giovani, alte, magre e ben vestite – nella villa-foresteria dell’ambasciata libica a Roma.

Nuovo incontro dunque, dopo quello dell’altra notte con altrettante bellezze italiche. Ma con un formato oggi diverso: domenica sera le ragazze, disposte a semicerchio intorno al rais, hanno assistito ad una vera e propria lezione del colonnello sull’Islam e il ruolo delle donne nel mondo mussulmano. Lunedì stessa location ma diversa scenografia: una sala allestita più tradizionalmente con file di sedie disposte nel salone della villa. Così come diverso è stato il ritmo della serata: non una lezione ma un dibattito aperto dove le ragazze – molte laureate, tutte agguerrite nell’incalzare il leader libico – lo hanno tempestato di domande. Lui, apparentemente più stanco dell’altro ieri, con un completo doppio petto nero, camicia larga bordeaux e sabò senza calze. Ha ascoltato le domande, ha risposto brevemente, smentendo la sua solita oratoria che tende al prolisso. Ha rilanciato l’invito alla conversione all’Islam tornando ad offrire a chi deciderà di farlo il suo sostegno ed appoggio per un viaggio alla Mecca.

Gheddafi ha affrontato il tema dei rapporti eccellenti tra Italia e Libia dopo il trattato di pace sottolineando che ora stiamo lavorando per la «cooperazione tra i due paesi». Ed ha rilanciato una sempre maggiore integrazione tra le nuove generazione. Anche attraverso i matrimoni misti: quelli di uomini italiani con donne libiche e viceversa. Per una migliore «immigrazione di quella che arriva dall’Africa», ha spiegato con una battuta.

La serata si è chiusa con una domanda personale sui suoi rapporti di amicizia con Silvio Berlusconi: «Cosa pensa delle feste di villa Certosa e delle polemiche che ne sono seguite?», ha chiesto una bella ragazza mora, riccia, con un tailleur nero, tacchi vertiginosi. Gheddafi l’ha guardata ha alzato il dito indice della mano destra portandolo alla bocca in segno di silenzio. Gheddafi si è infine congedato sottolineando di voler tornare a visitare, «un’altra volta l’Italia».

Molto probabilmente martedì sera andrà in scena “la terza edizione” delle sue serate romane con le ragazze. L’organizzazione è al lavoro per reclutare altre giovani.