Giada, 15 anni, e Joy 19, carbonizzati in una giostra. Incendio doloso, fu omicidio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Aprile 2015 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA
Giada, 15 anni, e Joy 19, carbonizzati in una giostra. Incendio doloso, fu omicidio

Giada, 15 anni, e Joy 19, carbonizzati in una giostra. Incendio doloso, fu omicidio

PADOVA – Si erano appartati dentro quella giostra cercando un po’ di intimità. E in quella giostra sono morti tutti e due. Carbonizzati per colpa di una sigaretta. Era il 2008 quando Joy Torrinunti (19 anni) e Giada Dalla Santa Casa (15) sono stati ritrovati carbonizzati nel rogo della giostra Aladin, avvenuto a Legnaro in provincia di Padova. E dopo 7 anni dall’inchiesta arriva una verità sconcertante: quella sigaretta, quella che li ha fatti prima svenire per colpa del gas e poi morire carbonizzati, nella giostra non ce l’avevano messa loro. Qualcuno li ha uccisi, molto probabilmente per vendetta. Contro chi e per cosa ora è compito della polizia e della magistratura di Padova stabilirlo.

La storia di Joy e Giada la racconta Lino Lava per il Gazzettino. I due sono fidanzati. Come spesso succede a quell’età sono indivisibili e già sognano il matrimonio. Lei, Giada, è figlia del proprietario della giostra e spesso si sposta di città in città. Lui quasi tutte le sere la raggiunge e quando sono soli cercano uno spazio tutto loro. Lo trovano all’interno dell’Aladin. C’è una di quelle piscine per bambini piena di palline colorate di plastica. Forse non è il posto più comodo del mondo ma è il “loro posto”. Fino a quella notte del 2 settembre. Chi ha indagato spiega che forse non si sono neppure accorti di morire perché quella plastica delle palline, con la combustione, libera il fosgene, un gas così tossico che gli ha fatto perdere subito i sensi.

Quando scoppia l’incendio sul posto arrivano vigili del fuoco e giostrai. Quasi nessuno in quel momento sa che non è un semplice incendio, che ci sono due vittime. Lo sa chi ha buttato la sigaretta e lo intuisce, con atroce sesto senso da madre, Vanda Dori la mamma di Giada. Lei arriva e racconta il Gazzettino che urla disperata il nome della figlia sbattendo ripetutamente la testa contro un palo. Aveva capito, probabilmente sapeva, che quella giostra era il luogo dell’intimità della figlia e del suo fidanzatino. E aveva capito che era diventata la loro tomba. Resta da capire la cosa più importante anche se nel frattempo sono passati sette anni: chi ha gettato la sigaretta là dentro?