Gianni Vattimo: “No-Tav? Non è terrorismo. Caselli? Lo stimo, ci davamo del tu”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Settembre 2013 - 11:45| Aggiornato il 6 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Gianni Vattimo: "No-Tav? Non è terrorismo. Caselli? Lo stimo, ci davamo del tu"

Gianni Vattimo esce dalla Procura con Ottavia Giustetti di Repubblica: “No-Tav? Non è terrorismo. Caselli? Lo stimo, ci davamo del tu”

TORINO – Il filosofo ed europarlamentare dell’Italia dei Valori Gianni Vattimo ha dichiarato che “in Valsusa non c’è terrorismo” e che ha stima della magistratura “perché ha condannato Berlusconi” e in particolare di Gian Carlo Caselli “Ci davamo del tu… ma sui No-Tav la mette giù troppo dura”.

Parole raccolte dai cronisti alla procura di Torino, dove Vattimo (“Sono entrato da testimone informato dei fatti e ne esco da testimone”) è stato sentito per più di un’ora dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, che hanno aperto un fascicolo, senza indagati, sulla visita in carcere nel pomeriggio di Ferragosto nella quale Vattimo, andando a trovare il no-Tav Davide Giacobbe, era entrato – qualificandoli come consulenti – con gli attivisti no-Tav Luca Abbà (che nel febbraio 2012 precipitò da un traliccio durante una protesta a Chiomonte e finì in coma) e Nicoletta Dossio (militante del Comitato di Lotta Popolare no-Tav, denunciata per blocchi stradali).

Per capire cosa è successo nei giorni scorsi leggi: No-Tav, Vattimo, Caselli, De Luca: i fatti e le polemiche, cronologia dal 15 agosto

Su La Stampa Massimo Numa e Massimiliano Peggio riportano le parole di Vattimo:

“«Seguendo la tradizione dei Radicali, vado spesso a controllare le condizioni dei detenuti in carcere – ha dichiarato il filosofo – Avevo appreso, la sera prima, durante una lezione di filosofia organizzata dai No Tav a Bussoleno, dell’arresto dell’attivista. Allora ho deciso di andarlo a trovare. Ho detto a Nicoletta, che conosco da tempo, “volete venire con me? Guardate che non so se vi faranno entrare”. Loro sono venuti, si sono presentati alle guardie, hanno dato i loro nomi e cognomi, abbiamo compilato dei moduli, io non ho mentito, loro non hanno mentito. Di certo gli agenti conoscevano di fama queste persone. La visita s’è svolta regolarmente, sono andato a trovare anche un detenuto malato di leucemia, ho sentito le richieste dei reclusi, tutto nella normalità. Se ho incontrato il No Tav? Come tutti, l’ho visto, non posso dire altro perché i pm mi hanno detto che non posso parlare dei contenuti dell’incontro in procura». Vattimo ha definito «gentile» l’atteggiamento dei pm e ha colto l’occasione per ribadire la sua fiducia nella magistratura «perché ha condannato Berlusconi».

[…] L’europarlamentare ha colto l’occasione per ribadire le sue ragioni contro l’Alta Velocità: «Di certo non giustifico l’incendio di macchinari e capannoni e fa bene la procura a perseguire i singoli reati ma questo clima di tensione è figlio dell’indifferenza nei confronti della Valsusa. La politica non ha mai ascoltato le ragioni di chi si oppone alla linea ferroviaria, a cominciare dal Pd che si è intestardito su quest’opera».

I pm vogliono però capire a che titolo Abbà e Dosio sono entrati in carcere. Lui spiega che si tratta di suoi «consulenti» con cui è spesso in contatto per confrontarsi sull’«evoluzione dei movimenti politici». Luca Abbà non s’è presentato in procura a causa di un guasto alla macchina (era in viaggio dalla Liguria a Torino) mentre Dosio ha incontrato i pm in mattinata. Un colloquio durato pochi minuti, in un clima sereno”.

Vattimo ha parlato anche del suo rapporto con il giudice Gian Carlo Caselli, dichiarazione riportata per esteso dall’Ansa:

“Nutro grande rispetto per Caselli con il quale sono sempre stato in ottimi rapporti. Ci davamo anche del tu. È stato lui, un giorno, quando l’ho incontrato a un’iniziativa pubblica, a dirmi ‘con te non posso più parlare perché sei testimone al processo per i fatti del 3 luglio 2011’ (scontri in Valle di Susa costati il ferimento di duecento poliziotti e carabinieri – ndr). I magistrati fanno il loro lavoro. Caselli ha le sue ragioni. Io però penso che sulla questione Tav la stia mettendo giù troppo dura. Se in Italia dovesse mai esplodere il terrorismo non sarà a causa del Tav, ma della disoccupazione e della crisi economica”.

Ottavia Giustetti, su Repubblica, ha riportato altre controverse dichiarazioni di Vattimo:

«Io non sono d’accordo con chi brucia capannoni o macchinari e non lo giustifico, ma dico che bisogna capire perché si è arrivati a questo punto. A questo clima del cavolo. Il fatto è che la popolazione non è mai stata davvero consultata sul Tav: al massimo hanno parlato di far passare la ferrovia in un certo posto o qualche metro più in là. Nessuno ha mai ascoltato la gente. Ed è un errore di base. Se nessuno ascolta la gente, come fa la gente a farsi ascoltare?».

L’accusa, per Vattimo, potrebbe essere quella di falso ideologico:

“Il filosofo ed europarlamentare dell’Idv è stato meno di un’ora nell’ufficio dei magistrati, il suo avvocato ha aspettato fuori perché come testimone non aveva diritto a essere accompagnato. Prima di lui, ieri mattina, è stata sentita anche Nicoletta Dosio, uno dei due leader del movimento — l’altro è Luca Abbà — entrati in carcere insieme a Vattimo a far vista a Davide Giacobbe arrestato il 14 agosto. Dosio e Abbà hanno scritto sul modulo d’ingresso (in carcere possono entrare solo persone che hanno incarichi politici e loro accompagnatori) di essere consulenti del professore. Ora la procura vuole chiarire se questa dichiarazione costituisce oppure no un reato di falso ideologico, visto che nessuno dei due ha alcun rapporto di consulenza formalizzato con l’europarlamentare. L’interrogatorio di Luca Abbà era fissato per ieri mattina ma l’attivista No Tav ha fatto sapere che non si sarebbe presentato perché era in vacanza in Liguria e, avendo un guasto alla macchina, non riusciva a rientrare”.

Giustetti dà notizia anche degli altri processi no-Tav in corso:

“Sempre ieri si è celebrata in Tribunale l’udienza di convalida dell’arresto di Davide Forgione e Paolo Rossi, i due No Tav bloccati venerdì sera a bordo di un’auto, diretta al cantiere, che trasportava tutto il materiale necessario per un assalto notturno, da petardi di grosse dimensioni a cesoie,maschere antigas, tute nere, bottiglie piene di benzina, chiodi a quattro punte. Per la prima volta specialisti dei carabinieri del Ros e un consulente della procura stanno svolgendo analisi scientifiche per definire il grado di «micidialità» del materiale: stabilire se quella attrezzatura aveva un potenziale distruttivo tale da essere paragonato a quello delle armi vere e proprie. Gli avvocati di Rossi e Forgione hanno contestato questa tesi proprio nel corso dell’udienza di convalida dei due giovani: «Non si può ricondurre al possesso di armi da guerra il materiale trovato sulla loro automobile» hanno detto. I pm Antonio Rinaudo e Andrea Padalino sono evidentemente di opposto parere e hanno chiesto per i due arrestati la custodia cautelare in carcere: i magistrati affermano che il materiale serviva per tentare l’ennesimo assalto al cantiere di Chiomonte e non danno credito ai difensori che sostengono, per esempio, che la benzina serviva solo per incendiare i copertoni per fare luce. La procura ha anche presentato un ricorso al tribunale del riesame contro la decisione con cui il giudice ha scarcerato, concedendogli l’obbligo di dimora, proprio Davide Giacobbe, l’attivista No Tav cui Vattimo, Dosio e Abbà sono andati a fare visita”.