“No Tav, intimidazione mafiosa, intellettuali fuori da realtà”: Mario Virano

Pubblicato il 3 Settembre 2013 - 08:01 OLTRE 6 MESI FA
"No Tav, intimidazione mafiosa, intellettuali fuori da realtà": Mario Virano

Mario Virano: “Dai No Tav intimidazione mafiosa

TORINO — I No Tav hanno preso ormai una deriva che porta al terrorismo e chi li sostiene con il proprio prestigio culturale, come fanno personaggi tipo Gianni Vattimo, Erri De Luca o Salvatore Settis,  o è un fiancheggiatore o straparla. Questo è il senso di  un duro intervento di Mario Virano, oggi commissario di Governo per la Torino-Lione, ieri, negli anni ’70 e ’80, dirigente del Partito Comunista di Torino, quando ancora i terroristi erano “compagni che sbagliano”.

Cose così fossero state dette 40 anni fa, forse la stagione del terrorismo sarebbe stata più breve. Oggi Mario Virano parla con coraggio e senza perifrasi. I No Tav oggi  sono

“una minoranza esigua che usa l’intimidazione mafiosa contro chiunque mostri un minimo di atteggiamento dialogante. Rappresentano le loro lotte, i loro simboli, ma hanno reciso per sempre il legame con la valle, se mai l’hanno avuto”.

Mario Virano, che da sette anni coordina l’Osservatorio istituito per la discussione del progetto della Alta Velocità, ha parlato con estrema chiarezza in una intervista con Ottavia Giustetti di Repubblica:

“Gli intellettuali che parlano di Tav come Erri De Luca non conoscono la realtà. Sono fermi a una rappresentazione di comodo. Fanno della squallida retorica su un progetto che dal 2006 viene discusso con tutti i rappresentanti delle istituzioni e della società civile. Chi non ha voluto partecipare al dialogo ha sempre il posto garantito a tutti i tavoli, anche adesso”.

Mario Virano ricorda che il progetto attuale è molto diverso da quello iniziale del 2005. Allora

“aveva un forte impatto sulla geografia della Valle. Chiamammo tutti i sindaci e i rappresentanti istituzionali per discutere un nuovo tracciato. Il progetto che ne è uscito è rispettoso del territorio, accoglie le richieste di tutti coloro che hanno partecipato ai lavori”.

Solo 13 sindaci su cinquanta sono ancora contrari

“e sono perlopiù della parte di valle che non è interessata neppure a un ettaro di cantiere. Hanno sempre rinunciato a discutere di qualunque idea, sono contrari a prescindere al fatto che l’opera si realizzi”.

Oggi in molti chiedono che sia riaperto il dialogo ma si tratta di

“una richiesta pretestuosa: i No Tav vogliono solo riportare indietro le lancette dell’orologio al 2006 sapendo che ripartire da zero significa rinunciare ai finanziamenti e rompere con la Francia, quindi non realizzare l’alta velocità”.