Giappone, dipendenti pagati per non far nulla. Da noi invece a Roma e Palermo…

Giappone, dipendenti pagati per non far nulla. Da noi invece a Roma e Palermo...ROMA – In Giappone dipendenti pagati con lo stipendio pieno per non far niente. Perchè in Italia invece? Il parallelo tra le cosiddette “stanze della noia”, stanze dove in Giappone i dipendenti in esubero si ritrovano  tutti insieme (stipendiati) a non fare niente pur di non essere licenziati, e i casi di Roma e Palermo, dove le assenze sul lavoro fioccano, calza a meraviglia.

Il caso Palermo. Niente “stanze della noia” per i dipendenti dell’Amat, l’azienda per i trasporti pubblici di Palermo, ma comunque stipendio pieno per quei 600 (su un totale di 1900) che possono assentarsi quando vogliono. Si tratta praticamente di un dipendente su tre. La cosa bella è che possono tranquillamente farlo perché glielo consente la legge. Strano ma vero. Sono infatti lavoratori tutelati dalla legge 104 in favore di quei dipendenti che in casa hanno un congiunto disabile del quale occuparsi. Glielo consente la legge, e già questo suona strano. Ancora più strano suone che un dipendente su tre dell’Amat abbia un parente disabile.

Ancora più strano suona il fatto che se ne debbano occupare proprio quando ci sono dei ponti per le feste. Il direttore dell’Amat Pasquale Spadola infatti spiega: “Più di una volta è capitato che in concomitanza con un ponte si registrasse un boom di assenze. Abbiamo tentato di calendarizzare le richieste, chiedendo ai dipendenti di avvisarci un mese prima, ma non ha funzionato, perché la legge consente loro di usufruire di tre giorni di assenza retribuiti quando vuole e senza preavviso”. E fatalmente quel diritto è stato rivendicato a cavallo del Ferragosto.

Il caso Roma. Anche qui niente “stanze della noia” per un esercito di 23.730 dipendenti che tra aprile e giugno ha fatto registrare un tasso medio di assenza del 21,36 per cento, considerando ferie, malattie, permessi retribuiti e altri motivi. E stiamo parlando dei dipendenti del Comune di Roma.

Repubblica riporta i dati nello specifico:

Il report suddivide il personale in cinque settori: strutture a supporto agli organi e all’amministrazione (dal Gabinetto del sindaco all’Avvocatura capitolina), strutture di staff (che conta anche i vigili urbani, suddivisi nei loro gruppi), strutture di linea ovvero dipartimenti comunali e Sovrintendenza, strutture territoriali (ovvero i municipi che appaiono suddivisi secondo il vecchio schema che ne contava 19) e istituzioni, dicitura che considera il sistema delle biblioteche e l’Agenzia sulle tossicodipendenze. In assoluto, la maglia nera per il maggior tasso di assenza va ai 254 agenti del gruppo XIII della polizia municipale (Ostia e dintorni) con il 26,35 per cento.
Nelle settimane che hanno visto anche le elezioni e l’avvicendamento tra l’amministrazioneAlemanno e quella attuale guidata da Ignazio Marino, staccati di pochissimo i 263 dipendenti dell’ufficio dell’Assemblea capitolina, che fanno segnalare il 26,25 per cento di assenza. Sopra il 26 per cento per appena 6 punti decimali anche i 56 dipendenti del dipartimento Sport. Tra i vigili urbani – il report ne conta 6.248 dal comando generale al gruppo XX – il tasso medio di assenza è del 19,82 per cento, che sale al 22,68 considerando solo i distaccamenti nelle vecchie 19 ex circoscrizioni.

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