Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, i video cifrati per alzare il prezzo riscatto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2015 - 09:02 OLTRE 6 MESI FA
Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, i video cifrati per alzare il prezzo riscatto

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, i video cifrati per alzare il prezzo riscatto

ROMA – Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono tornate a casa. Atterrate a Roma sane e salve anche se, per loro, il momento della “calma” non è ancora arrivato. Già oggi 16 gennaio le due cooperanti italiane rapite in Siria saranno ascoltate dai magistrati. Troppe le cose da capire, a cominciare dalla questione che tiene banco sui giornali italiani e non solo: quella del riscatto.

I ribelli che le avevano sequestrato parlano di un incasso di 12 milioni. Un riscatto che sarebbe stato pagato tra domenica e lunedì, nei giorni in cui una Parigi sotto choc marciava con quasi tutto il mondo al suo fianco contro il terrorismo.

Scrive sul Corriere Fiorenza Sarzanini che i 12 milioni indicati dai ribelli sono probabilmente troppi ma “un riscatto è stato certamente pagato”. E la chiave di tutta la trattativa sono i due video che in momenti molto diversi i sequestratori diffondono in rete. Video dove l’utente normale vede solo Greta e Vanessa molto provate. Ma dove gli 007 colgono quello che devono cogliere, messaggi cifrati appunto.

 

L’arrivo delle due a Roma. Continua a leggere dopo il video

Scrive Sarzanini:

A metà agosto, quando il Guardian ha rilanciato l’ipotesi che fossero tra gli ostaggi internazionali del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi, i mediatori italiani si sono affrettati a smentire proprio nel timore che la trattativa potesse fermarsi. Circa un mese dopo è arrivata la prima prova per dimostrare che le ragazze stavano bene. E da quel momento è partita la trattativa degli 007, coordinata da Farnesina e Palazzo Chigi.

Gli 007 italiani sanno che Vanessa e Greta non sono in mano all’Isis ma al “Free Sirian Army”. Sanno che le due cambiano spesso luogo di prigionia, che di loro si occupano donne. E che una delle due potrebbe avere un’infezione e problemi nel trovare farmaci.

Ancora Sarzanini:

A fine novembre c’è il momento più complicato. I rapitori cambiano infatti uno dei mediatori facendo sapere di non ritenerlo più «attendibile». Si cerca un canale alternativo e alla fine si riesce a riattivare il contatto, anche se in scena compare «Jabat al-Nusra» e la trattativa assume una connotazione più politica.
La dimostrazione arriva quando si sollecita un’altra prova in vita di Greta e Vanessa e il 31 dicembre compare su YouTube il video che le mostra vestite di nero, mentre chiedono aiuto e dicono di essere in pericolo.

È la mossa che mira ad alzare il prezzo rispetto ai due milioni di dollari di cui si era parlato all’inizio. Quel filmato serve a chiedere di più, ma pure a lanciare il segnale che la trattativa può ormai entrare nella fase finale. Anche perché contiene una serie di messaggi occulti che soltanto chi sta negoziando può comprendere, come il foglietto con la data «17-12-14 wednesday» che Vanessa tiene in mano mentre Greta legge il messaggio, che sembra fornire indicazioni precise.

Si rincorre la voce che entro qualche giorno possa avvenire il rilascio. Ma poi c’è una nuova complicazione.
Il 7 gennaio i terroristi entrano in azione a Parigi, quattro giorni dopo arriva un nuovo video. Questa volta viaggia però su canali riservati. L’intenzione dei sequestratori sembra quella di alzare ulteriormente la posta, la replica dell’Italia è negativa. Si deve chiudere e bisogna farlo in fretta.
L’ intelligence di Ankara fornisce copertura per il trasferimento oltre i confini siriani delle due prigioniere. Ieri mattina gli 007 avvisano il governo: è fatta, tornano a casa.