I Servizi: “Tartaglia isolato e senza sostegno”

Pubblicato il 15 Dicembre 2009 - 13:31 OLTRE 6 MESI FA

Il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (Copasir) oggi ha definito l’aggressione a Silvio Berlusconi «un gesto isolato e scollegato da qualunque altro soggetto o volontà politica» ma nello stesso tempo ha invitato il presidente del Consiglio a curarsi maggiormente della propria sicurezza e chi gli sta intorno a sapergli «dire di no» quando necessario.

«E’ evidente che maggiore prudenza sarà necessaria in futuro, perché al carattere impulsivo (del premier Silvio Berlusconi) e al desiderio di questo contatto (con la folla) si dovrà mettere maggiore attenzione da parte di chi garantisce la sicurezza del presidente del Consiglio, perché qualche volta gli si sappia dire di no. Certe cose non le può fare», ha detto ai giornalisti Francesco Rutelli, presidente del Copasir.

Il comitato oggi ha ascoltato sull’episodio dell’aggressione di domenica scorsa ai danni del premier il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti Gianni Letta, e Gianni De Gennaro, direttore del Dis, la struttura di coordinamento delle agenzie di intelligence.

Rutelli ha spiegato che l’audizione odierna ha suscitato nel Copasir la preoccupazione «che, non essendo lui solo (Berlusconi) a dover tutelare la propria sicurezza né chi lo circonda da solo a doverla garantire, ma essendo la sua sicurezza un fatto di interesse nazionale, sia opportuno che agisca d’ora in avanti con il massimo di cautela per evitare che episodi come questo si ripetano».

«Tutti sono rispettosi del suo modo di porsi nei confronti del pubblico, ma la sua incolumità non è una questione che riguarda solo la persona di Berlusconi ma… è patrimonio per l’intera comunità nazionale».

Al termine della riunione Rutelli ha anche sottolineato che «non c’è alcuna sicurezza privata del premier, sicurezza che è affidata all’Aisi, l’agenzia che si occupa della sicurezza interna». Ricostruendo l’aggressione in piazza Duomo, Rutelli ha ricordato che attorno a Berlusconi c’era un tale numero di guardie del corpo e addetti alla sicurezza «che si considera quasi un evento accidentale che possa essere filtrato e passato l’oggetto che lo ha colpito».

Malgrado la rassicurazione, i Servizi restano preoccupati per il «rischio emulazione» che potrebbe portare a nuovi pericoli per Berlusconi. Così, tutti i componenti del comitato parlamentare per la sicurezza hanno invitato il premier a una «maggiore prudenza» durante i suoi contatti con la folla in occasione di manifestazioni pubbliche.

Intanto Massimo Tartaglia, autore dell’aggressione contro Berlusconi in piazza Duomo a Milano, è stato interrogato per circa due ore nel carcere di San Vittore. Presenti il gip Cristina Di Censo, chiamato a decidere sulla convalida dell’arresto e sulla custodia cautelare in carcere chiesta dal procuratore Spataro, e gli avvocati Daniela Insalaco e Gian Marco Rubino, difensori del 42enne.

Tartaglia ha confermato le sue responsabilità e la difesa ha chiesto il ricovero in un ospedale psichiatrico, in attesa che sia disponibile un posto in una comunità terapeutica: entrambi sono stati già individuati, ma la comunità è disponibile dal 4 gennaio.

A Tartaglia, che ha chiesto scusa al premier con una lettera in cui ha definito il proprio gesto «superficiale, vigliacco e inconsulto», è contestato il reato di lesioni pluriaggravate. Dato che soffre di disturbi mentali, come spiegato dai suoi legali, è stato sottoposto ad accertamenti sulle sue condizioni di salute e già lunedì è stato trasferito nel centro di osservazione neuropsichiatrico di San Vittore, dove ha trascorso la seconda notte in una cella singola, sorvegliato a vista.