“Io vuole imparare italiano bene”. Polemiche su un libro di testo per le elementari

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Settembre 2020 - 13:43 OLTRE 6 MESI FA
Scuola, la circolare: per rientrare in classe certificato e tampone. Una foto Ansa

Scuola, la circolare: per rientrare in classe certificato e tampone (foto Ansa)

“Io vuole imparare italiano bene”. Polemiche sui social e non solo su un libro di testo per le elementari.

“Io vuole imparare italiano bene”. 

La pagina è la classica pagina del “bentornati a scuola” con in fila i vari propositi dei bambini per il nuovo anno scolastico.

Al “quest’anno vorrei…” c’è chi risponde “fare tanti disegni coi pennarelli” o chi “andare sempre in giardino per la ricreazione”.

Ma c’è un terzo bambino nero che dice: “Quest’anno io vuole imparare italiano bene”.

La frase, contenuta in un libro di testo di seconda elementare, ha scatenato diverse polemiche.

“Ancora una segnalazione sui libri di testo – scrive l’organizzazione no profit Educare alle differenze nella sua pagina Facebook postando la foto della pagina -.

Un libro che entra in classi interculturali in cui bambine e bambini nati e cresciuti in Italia hanno colori diversi, famiglie miste, adottive, genitori che provengono da altri paesi ma vivono qui da anni o che sono a loro volta nati e cresciuti qui.

Ma anche bambini arrivati da poco che portano con sé le loro culture d’origine.

Bambini che continuiamo attraverso rappresentazioni come questa ad additare come stranieri, come altro rispetto a una presunta normalità italica e a scimmiottare con un linguaggio imbarazzante che sembra preso da un pessimo film degli anni Trenta”.

Sfogliando il manuale in verità, come fa notare anche Repubblica, “si trovano letture per portare i bambini a ragionare sulla diversità.

Nelle pagine successive si legge un testo intitolato Un amico venuto da lontano che comincia così:

‘Questa mattina la maestra ci ha presentato Emmanuel, un amico con la pelle scura venuto da tanto lontano.

Quando Emmanuel ha parlato ha sbagliato tutte le parole, allora noi bambini ci siamo messi a ridere, ma la maestra ha detto: Provate voi ad andare in un Paese dove tutti parlano un’altra lingua!'”.