Italia, uno studente su due non capisce cio’ che legge

Complessivamente in Italia il 50,9% dei ragazzi tra 15 e 18 anni si colloca al di sotto del “punto 3”, che secondo l’Ocse rappresenta il livello base di competenza necessario «per confrontarsi in modo efficace nei contesti e nelle situazioni di vita quotidiana che richiedono l’esercizio della lettura»

Giudizi severi e sonore bocciature continuano a perseguitare e ad abattersi sulla scuola italiana. Dopo i dati severi del Censis, anche l’Europa alza la bacchetta e ci dice che in Italia uno studente su due non capisce ciò che legge, che la capacità media di lettura dei nostri studenti è al di sotto di quello che è necessario in un Paese evoluto. Secondo il Rapporto 2009 dell’Unità di analisi e studi della Direzione generale Education della Commissione Europea in Italia il 50,9% dei ragazzi tra 15 e 18 anni si colloca al di sotto del “punto 3”, che rappresenta il livello base di competenza necessario «per confrontarsi in modo efficace nei contesti e nelle situazioni di vita quotidiana che richiedono l’esercizio della lettura».

«L’Italia – si legge nel Rapporto 2009 – ha un trend stabilmente negativo, anziché migliorare nelle performances di lettura i giovani italiani sono in regressione». Una situazione che, aimè, riguarda anche altri Paesi ma nella classifica di chi fa peggio l’Italia ha un triste primato. Anche andando a sbirciare tra le eccellenze non ci va molto meglio se è vero che la percentuale di studenti italiani che si colloca nel livello più elevato della scala complessiva di lettura è appena del 5,2%, contro una media dell’8,6%. Secondo gli esperti di Bruxelles le cause di questo arretramento sono da ricercare nei «metodi didattici tradizionali, basati sull’insegnamento frontale» non in grado di arginare gli effetti dell’era digitale.

Non solo votacci e bocciature, però. A dispetto di una formazione giudicata ‘zoppicante’ in Bel Paese mantiene una percentuale alta di diplomati e laureati. L’Europa, infatti, dice che almeno 85% dei giovani che ha raggiunto i 22 anni di età dovrebbe avere un diploma. La media Ue attuale è del 78,5%, l’Italia segue a breve distanza con il 76,5%.  Per quanto riguarda il fronte Università l’Europa sottolinea che in Italia c’è una ripresa degli iscritti in facoltà come matematica, fisica e chimica, complessivamente +15%.

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