LOCRI (REGGIO CALABRIA) – All’indomani della visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, due scritte, “più lavoro meno sbirri” e “don Ciotti sbirro”, sono apparse sulla facciata del Vescovado di Locri (Reggio Calabria), dove risiede il vescovo Francesco Oliva e che in questi giorni ospita don Luigi Ciotti, presidente di Libera, per la manifestazione nazionale della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Entrambe le frasi sono state subito cancellate dagli operai del Comune.
Domenica Mattarella aveva lanciato un duro monito contro le mafie, affermando, tra l’altro, che i mafiosi “non hanno senso dell’onore o del coraggio. I loro sicari colpiscono con viltà persone inermi. L’Italia ha fatto passi avanti nella lotta alle mafie ma è necessario non fermarsi. Bisogna prosciugare le paludi dell’arbitrio della corruzione, che sono quelle dove la mafia prospera”.
Lo stesso vescovo di Locri, Oliva, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera nell’edizione di oggi, lunedì 21 marzo, aveva accusato: “L’arroganza” mafiosa “si coglie in ripetuti comportamenti di chi si pone al di sopra della legge. Il mafioso pensa di poter sottoporre tutti alle sue dipendenze. Corrompe toccando vari livelli dell’amministrazione pubblica e trova nella burocrazia un’alleata insuperabile”, e “condiziona molto l’esercizio del ministero sacro”: “la ‘ndrangheta vuol far sentire il proprio potere in campo religioso”.
Il porporato ha parlato anche del caso delle processioni, “ormai svuotate di contenuti religiosi. Noi vietiamo la raccolta di denaro ma qualcuno pretende che si faccia. Perché deve poi investirlo in vari business che non c’entrano alcunché con le iniziative caritatevoli”.
(Foto Ansa)