Luca Sacchi, fermati due 21enni per l’omicidio. E spunta la pista della droga

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Ottobre 2019 - 18:55 OLTRE 6 MESI FA
Il luogo dove è stato ucciso Luca Sacchi

Il luogo dove è stato ucciso Luca Sacchi (foto Ansa)

ROMA – Non è stata una semplice rapina? Questa la domanda che da ore circonda la vicenda della morte di Luca Sacchi, il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla nuca nei pressi di un pub a Roma. 

Due persone, secondo l’Ansa, sono state interrogate e poi sono state fermate con l’accusa di concorso in omicidio. I due, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, 21 anni, sono romani, di San Basilio. 

I due, sui quali, dicono gli investigatori della Questura, pendono gravi indizi, non si sono costituiti, come hanno battute le agenzie in mattinata, ma sono stati catturati. La pistola non è ancora stata ritrovata.

Uno dei due fermati è stato rintracciato in un residence hotel in zona Tor Cervara mentre l’altro sul terrazzo di una palazzina in zona Torpignattara.

“Non si sono assolutamente costituiti – ha spiegato il capo della Squadra Mobile di Roma – sono stati raccolti elementi e poi sono stati catturati fuori dal domicilio, in luoghi dove si nascondevano,uno era in zona San Basilio. Uno dei due era in un residence,non è stato facile rintracciarlo. Hanno usufruito di legami familiari e di conoscenze”. 

Non è stata una semplice rapina? Luca Sacchi e la sua ragazza, questa è la notizia riportata dall’Agi e dall’Ansa che, se confermata, potrebbe ribaltare le carte in tavola, volevano acquistare droga la sera dell’omicidio.

Per questo, dice l’Agi, “i due si sarebbero avvicinati ai sospettati e gli avrebbero mostrato il denaro. I due 21enni, presunti responsabili, sarebbero poi tornati indietro fingendo di prendere la droga oggetto della trattativa, per poi presentarsi armati di pistola e tentare di rubare lo zainetto di Anastasia (dove c’erano i soldi). È a quel punto, sempre secondo la prima ricostruzione degli investigatori, che Luca avrebbe reagito. Poi, il colpo di pistola alla nuca”.

Pista, quella della droga, smentita però dalla fidanzata di Luca Sacchi, Anastasia Kylemnyk:

“La droga? Non c’entra niente. Luca era lì per guardare il fratellino piccolo che si trovava nel pub – dice ai microfoni del Tg1 – Luca non ha mai incontrato gli spacciatori. Non ho visto e sentito nulla. Ho sentito solo la voce di un ragazzo romano e giovane. Mi ha detto ‘dammi sto zaino’. E Luca mi ha protetto come ha sempre fatto: l’ha messo a terra e forse per questo si sono spaventati”. 

“Gli accertamenti – dice il capo della polizia Franco Gabrielli – che l’autorità giudiziaria disvelerà quando riterrà opportuno non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati. Lo dico tenendo sempre ben presente, non vorrei essere equivocato su questo, che stiamo parlando della morte di un ragazzo di 24 anni”.

Sarebbe stata la madre di uno dei due sospettati, scrive l’Ansa, a presentarsi alle forze dell’ordine temendo che ad essere implicato nell’omicidio potesse essere un suo familiare. 

“Temo sia stato mio figlio, forse è coinvolto nell’omicidio di Luca Sacchi” avrebbe detto la madre accompagnata da un altro figlio.

La pistola, forse una calibro 38, utilizzata dagli aggressori di Luca Sacchi, non è stata ancora ritrovata.

Avevano gettato la mazza usata per colpire la ragazza nei campi vicino al Grande Raccordo Anulare. E lì nei pressi dell’uscita per Casal Monastero polizia e carabinieri l’hanno trovata e sequestrata. La mazza sarebbe stata usata da Valerio Del Grosso e Paolo Pirino per colpire la fidanzata di Luca Sacchi prima di strapparle lo zainetto. 

Il quantitativo di denaro presente nello zaino di Anastasia. E’ anche su questo punto che si concentra l’attività di indagine dei pm di piazzale Clodio, scrive l’Ansa. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la giovane babysitter avrebbe mostrato a Valerio De Grosso e Paolo Pirino, i soldi che portava con se nello zaino che era pronta a spendere per comprare droga, con ogni probabilità dell’hashish. Un “capitale” sufficiente ad acquistare non la singola dose di sostanza stupefacente ma sicuramente di più. Su questo punto sono in corso verifiche ed accertamenti.

Intanto la famiglia di Luca Sacchi smentisce le voci secondo cui il ragazzo potesse fare uso di droga. “Prima di donare gli organi, come è stato scelto dalla famiglia – spiega il legale Domenico Pavone -l’ospedale ha effettuato tutti gli accertamenti clinici e tossicologici, che hanno dato esito negati e dunque si è proceduto all’espianto”. “Luca era un atleta, naturista e salutista – aggiunge il legale per voce dei genitori del ragazzo – e non usava nulla che potesse danneggiare il suo equilibrio sia nell’animo che nel corpo”. La famiglia, per il tramite del legale precisa che Luca non conosceva i due fermati nè aveva mai avuto contatti con loro.

Fonte: Ansa, Agi.