La mamma di Ciccio e Tore chiede la riapertura del caso

Pubblicato il 30 Novembre 2011 - 12:21 OLTRE 6 MESI FA

BARI – Francesco e Salvatore Pappalardi precipitarono nella cisterna nella quale furono trovati morti 20 mesi dopo la scomparsa (5 giugno 2006) ”durante una ‘prova di coraggio’ a cui furono sottoposti da altri cinque ragazzi, ora maggiorenni”.

Ne e’ convinta Rosa Carlucci, mamma dei due ragazzini che, sulla base degli elementi che ritiene di aver raccolto,ha chiesto oggi la riapertura delle indagini archiviate tempo fa dalla magistratura barese. Ha detto ai cronisti, in procura, di aver svolto indagini con un consulente.

I nomi dei cinque giovani – secondo quanto riferisce Rosa Carlucci, che si e’ avvalsa del consulente Rocco Silletti – sono da sempre contenuti nel fascicolo d’indagine (gia’ archiviato) avviato a carico dell’ex marito Filippo Pappalardi, che la donna ritiene ora ”sicuramente estraneo” alla morte dei suoi figli e ”vittima come me del tragico evento”. Secondo la mamma di ‘Ciccio’ e ‘Tore’, che avevano 11 e 13 anni, i cinque giovani la sera del 5 giugno 2006, giorno dell’incidente avvenuto in un edificio abbandonato a Gravina in Puglia (Bari), sottoposero i suoi due figli ad una prova di coraggio, come fecero con altri ragazzini.

Uno di questi – secondo la donna – e’ Michele, l’adolescente che precipito’ nel pozzo e per salvare il quale i vigili del fuoco, il 25 febbraio del 2008, scoprirono i cadaveri dei due fratellini. La prova consisteva nel calarsi nel pozzo in cui furono trovati i cadaveri seguendo precise modalita’, ”anche oscene” ha detto Carlucci senza voler spiegare il senso delle sue affermazioni.

I ragazzini – fu accertato nelle settimane immediatamente successive al ritrovamento dei corpi – erano finiti in fondo alla cisterna mentre, come tanti altri ragazzini e tante altre volte, giocavano nella casa abbandonata.