A Mantova minacce ignorate, il killer diceva: “Io a quella l’ammazzo”

Pubblicato il 26 Aprile 2010 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA

Omar Bianchera

Un strage annunciata che, forse, si poteva evitare quella che domenica, nel mantovano, ha visto un uomo, Omar Bianchera fare il giro della città con la propria auto e uccidere con colpi di pistola prima la ex moglie, Daniela Gardoni, poi la anziana vicina di casa, Maria Bianchera e infine il figlio dell’ex socio e amico, Walter Platter.

Lui giura: “Non mi sono drogato, sono pulito, possono farmi qualsiasi tipo di analisi”. E allora perché l’ha fatto? Bianchera avrebbe inoltre detto “ero stressato”.

La domanda che oggi assilla inquirenti e concittadini di Bianchera, a Volta Mantovana, è: si potevano evitare le tre vittime e i due feriti? Si poteva evitare che la rabbia e la furia omicida si palesassero? Forse sì perché Bianchera tempo fa era stato denunciato dalla moglie per stalking eppure aveva il permesso di avere una pistola e spesso veniva visto sotto casa della ex, da cui aveva divorziato dieci anni fa. Più di una volta, inoltre, i vicini di casa e i conoscenti lo avevano visto, nel corso degli anni e dei mesi, appostarsi sotto casa di Daniela, fissare le sue finestre e dire: “Prima o poi a quella l’ammazzo”.

La settimana scorsa, raccontano, le aveva tagliato tutte le piante del balcone lasciando solo rami tagliati. Un macabro presagio.

Poi, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha scatenato la furia omicida: la magistratura ha assegnato la casa di viale Risorgimento (dove ieri Omar ha ucciso l’ex moglie) a Daniela. Bianchera allora non ce la fa più. Prende la pistola, entra in macchina e si dirige verso quella che una volta era anche casa sua. Il resto è cronaca. Uccide a colpi di pistola prima la ex,poi decide di regolare tutti i conti in sospeso. Se la prenderà quindi prima con una vicina anziana e petulante, che gli “rompeva le scatole” per minuzie, poi con l’ex socio e amico che gli “doveva i soldi” e abitava là vicino, tra le vigne.

Dopo la strage è scappato, ha vagato per le campagne intorno al Lago di Garda finchè, all’imbrunire, dopo una breve telefonata alla madre (“Ho fatto un macello”), ha chiamato al 113. “Sono armato, mi voglio costituire, non so cosa fare”, dice Omar. Il poliziotto gli chiede: “Dove sei?”. “Non lo so…”, risponde Omar. Poi, sotto indicazione del poliziotto, Omar si dirige verso la prima insegna stradale che vede e al telefono finalmente dice: “Vedo un cartello con la scritta Anfo”. “Stai fermo lì – risponde l’agente – mando subito qualcuno”.