Marta Russo, gli studenti di Scattone: "Un ottimo prof"

Pubblicato il 25 Novembre 2011 - 16:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 25 NOV – ''Un ottimo insegnante, molto preparato e sempre disponibile''. Lo descrivono cosi' Giovanni Scattone i ragazzi del V E, la classe del Liceo Cavour dove da settembre l'ex assistente universitario, condannato a 5 anni e 4 mesi per l'omicidio di Marta Russo, insegna storia e filosofia.

''Sappiamo perfettamente chi sia Giovanni Scattone, sappiamo del suo passato, ma questo non ci ha mai impensieriti. Forse solo un po' all'inizio – dicono i ragazzi all'uscita da scuola -. Anche i nostri genitori non hanno mai avuto alcun problema. E' davvero un bravo professore, diverso anche dagli altri. Viene in classe con il pc, ci fa vedere video ed interviste sui filosofi, ci da' le schede delle lezioni, insomma davvero un ottimo professionista''. Livio, uno studente di un'altra sezione, conosce il professor Scattone e non nasconde il suo timore. ''Io ho paura'', dice davanti agli amici che incalzano: ''No, no, e' proprio terrorizzato''.

Si dividono, invece, gli insegnanti dello Scientifico, lo stesso istituto che frequento' anche Marta Russo, prima di iscriversi a La Sapienza. ''Non dovrebbe essere qui – sostiene Franco Lombardi, insegnante di scienze -, ma il problema non e' suo, sono le norme che non vanno, andrebbero riviste''. ''Posso essere sincero – dice un altro professore -? A me fa tenerezza, e' molto timido, riservato, dimostra molti anni in meno rispetto a quelli che ha. Non sono sorpreso che insegni qui, ne ho viste talmente tante…''.

Tra i corridoi della scuola tutti conoscono Giovanni Scattone, ma nessuno – o quasi – l'ha mai visto. ''E' un fantasma – sostiene una professoressa -, non lo vediamo quasi mai. Credo sia molto riservato e forse vuole anche mantenere un basso profilo per non alimentare polemiche''. Gli occhi di Mauro, il barista del Liceo, non riescono a nascondere la delusione. ''Mette impressione avere qui a scuola Scattone – dice -, deve avere anche un bel coraggio, sapendo che sarebbe scoppiata una polemica. La colpa, pero', e' di chi ce l'ha messo''.