Massimo Ciancimino arrestato. Il gip: “Evasione fiscale da 30 mln”

Pubblicato il 29 Maggio 2013 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Ciancimino arrestato. Il gip: "Evasione fiscale, favorì Cosa Nostra

Massimo Ciancimino arrestato. Il gip: “Evasione fiscale, favorì Cosa Nostra” (Foto LaPresse)

PALERMO – Massimo Ciancimino è stato arrestato su ordine del gip di Bologna. Il figlio di Don Vito è finito in manette con l’accusa di associazione a delinquere ed evasione fiscale.

Ciancimino è stato portato al carcere Pagliarelli di Palermo. Nei suoi confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Bruno Perla, su richiesta della Dda di Bologna (pm Enrico Cieri con la supervisione del procuratore Roberto Alfonso).

Le indagini sono state svolte dalla Gdf di Ferrara: l’operazione ha portato a 13 ordinanze di custodia cautelare, di cui nove in carcere e quattro ai domiciliari nei confronti dei componenti di un “sodalizio criminoso” accusato di aver posto in essere una “frode fiscale nel settore della commercializzazione di metalli ferrosi”.

Secondo quanto riportato dall’Ansa, a Ciancimino vengono contestati reati fiscali riferiti al periodo in cui viveva in Emilia-Romagna, con un’evasione calcolata in circa 30 milioni di euro. Secondo l’accusa Ciancimino sarebbe stato titolare di fatto di alcune società che avrebbero evaso l’Iva per decine di milioni di euro.

Ciancimino è uno dei testimoni chiave del processo sulla presunta trattativa tra lo Stato e la mafia in cui è anche imputato di concorso in associazione mafiosa e calunnia all’ex capo della polizia Gianni De Gennaro.

Il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo è poi indagato a Palermo per detenzione di esplosivo. L’aggravante inizialmente contestata dai pm a Ciancimino nell’inchiesta sulla maxi-evasione ipotizza suoi rapporti con la mafia calabrese e in particolare con la cosca Piromalli della Piana di Gioia Tauro.

Ma il gip di Bologna non avrebbe ritenuto sussistente l’aggravante dell’avere agevolato la ‘ndrangheta contestata inizialmente a Ciancimino dalla Dda di Bologna. L’aggravante traeva origine da alcune intercettazioni tra il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo e Girolamo Strangi, considerato legato alla cosca Piromalli di Gioia Tauro. Nelle conversazioni Ciancimino e Strangi parlavano di affari e giri di denaro.