TORINO – Non è stato omicidio stradale, ma volontario. La perizia sull’incidente avvenuto domenica sera in Valsusa e disposta dalla procura di Torino inchioda Maurizio De Giulio. L’uomo, alla guida di un van avrebbe travolto deliberatamente i due fidanzati Elisa Ferrero, 27 anni e Matteo Penna, 29 anni. Lei è morta sul colpo, lui lotta tra la vita e la morte all’ospedale Cto di Torino: le sue condizioni sono gravi, nello schianto ha riportato un trauma cranico e toracico.
Maurizio De Giulio, elettricista di 50 anni di Nichelino, è risultato positivo all’alcol test ed è stato arrestato dai carabinieri subito dopo l’incidente, con l’accusa di omicidio stradale. Secondo le prime ricostruzioni, il conducente del furgone avrebbe inseguito i due giovani sulla moto e li avrebbe investiti all’altezza di una rotonda a seguito di un diverbio avuto poco prima sulla strada.
Gli elementi raccolti dai carabinieri e la perizia sul van di De Giulio e sulla moto di Penna confermerebbero che l’automobilista ha volontariamente colpito la moto alla rotonda di Condove dopo averla inseguita per quasi un chilometro. Lo evidenziano i video girati da un impianto di videosorveglianza della zona e i rilievi fotografici e planimetrici, come sottolinea una nota del pocuratore di Torino, Armando Spataro. Non c’è alcun segno di frenata lasciato sull’asfalto né dal furgone guidato dall’investitore né dalla moto sulla quale viaggiava la coppia di giovani colpiti.
La Procura ha quindi chiesto al gip, anche sulla base delle testimonianze di sei persone presenti sul luogo dello scontro, la convalida dell’arresto e l’applicazione nei confronti dell’arrestato della misura cautelare in carcere per i reati di omicidio volontario di Elisa Ferrero, e di lesioni volontarie gravi in danno di Matteo Penna, aggravata anche dall’aver agito per futili motivi.
“Grazie ad una consulenza tecnica disposta con urgenza dal pm procedente – precisa nella nota il procuratore Spataro – risulta confermata (anche attraverso l’analisi dell’impianto ABS in dotazione all’autocarro) l’assenza di frenata del veicolo investitore, così da potersene dedurre – unitamente agli altri elementi – la volontarietà della condotta omicidiaria dell’arrestato”.
De Giulio, quindi, non ha provato a frenare, ma al contrario si è lanciato a un inseguimento ad alta velocità. Non ci sono “tracce di frenatura o di scarrocciamento”, continua il comunicato. Sempre secondo quanto trapelato dalle prime ricostruzioni, sembra che a scatenare l’ira di De Giulio sia stata una lite per mancata precedenza: il van non avrebbe lasciato passare la moto. A quel punto i due ragazzi si sarebbero accostati al furgone e lì sarebbe iniziata la discussione. Poco dopo l’ira di De Giulio si è abbattuta sui due giovani.