Milano: un peruviano si improvvisa estorsore. Un anziano lo aveva chiamato “negro”

Pubblicato il 21 Maggio 2010 - 18:31 OLTRE 6 MESI FA

Una macchina della Polizia

Uno studente di 23 anni è stato denunciato dalla polizia per tentata estorsione. Aveva infatti indirizzato delle lettere minatore agli anziani che coltivano gli orti a Milano scrivendo: «I nostri capi vogliono 50 euro ogni settimana se no bruceremo i vostri orti. Rapiremo anche uno degli ortisti”. Alberto G.I., di origini peruviane, si sarebbe in questo modo vendicato degli epiteti razzisti che sarebbero stati indirizzati nei suoi confronti.

Il giovane frequenta un istituto alberghiero di Milano, è figlio di badanti regolarmente residenti in Italia da una decina d’anni. Si sarebbe quindi improvvisato estorsore per vendetta. Il responsabile degli orti, un 60enne milanese, avrebbe infatti più volte apostrofato il ragazzo con epiteti razzisti, chiamandolo “negro”. Questa circostanza, secondo gli investigatori, troverebbe conferma nelle stesse lettere minatorie scritte dal giovane e ha contribuito a garantire al ragazzo l’attenuante che ha convinto gli investigatori a non emettere alcun provvedimento di fermo. «Noi adesso non vogliono più soldi. Vogliono solo le scuse di Luigi (nome di fantasia per indicare il responsabile degli orti) perché lui è razzista. Gli altri invece sono perdonati», recita una delle ultime missive scritte a mano dall’aspirante estorsore in un italiano stentato.

La vicenda è iniziata lo scorso mese di febbraio, quando ai gestori degli orti iniziano a giungere le prime lettere di minacce. La richiesta di denaro, mai soddisfatta, è andata avanti per due mesi, per poi terminare e riprendere alla fine di aprile. La firma delle missive cambia ogni volta: si passa dai Latin King ai guerrieri armati fino ad arrivare alla stella a cinque punte. Sono subito partite le denunce alla polizia e, mercoledì, gli agenti hanno compiuto una perquisizione nella casa del ragazzo, dove è stata rinvenuta la brutta copia delle lettere inviate agli ortisti. Grazie agli scritti la polizia ha potuto ricostruire la vicenda. Alberto G.I. frequentava gli orti che gli ricordavano un appezzamento di terreno in Perù dove custodiva un gallo salvato dai combattimenti clandestini. La sua presenza non era però gradita e veniva apostrofato con termini razzisti dal “signor Luigi”. Per questo motivo il giovane ha deciso di scrivere quelle lettere per vendicarsi e ora dovrà difendersi dall’accusa di tentata estorsione.