Napoli, infarto al Cardarelli? Il rischio è il trasporto su seggiola

NAPOLI – La scena sembra quella di una commedia all’Italiana e invece è vera e anche abbastanza ricorrente: arriva un paziente al pronto soccorso e viene accolto da un infermiere che l0 mette a sedere su una seggiola, una di quelle da ufficio, con tanto di rotelle e se si è fortunati anche braccioli.

Che sia una slogatura o un infarto la sostanza non cambia: al Cardarelli di Napoli capita (secondo chi nell’ospedale lavora per tre o quattro ore almeno un paio di volte al mese) che di barelle non ce ne siano e quindi l’unica soluzione di trasporto “alternativo” è quella delle seggiole messe a disposizione da chi lavora in ufficio. Sul Corriere della Sera Roberto Russo descrive le barelle improvvisate non senza ironia: “Quella migliore è tappezzata di blu ed è la più ambita perché le rotelle sono funzionanti e ci sono pure i braccioli. L’altra, decisamente più spartana, è di colore rosso, ma la tappezzeria è sventrata e manca un bracciolo”.

L’ultima volta, racconta il Corriere, il trasporto su seggiola si è verificato lunedì scorso. Nell’ordine è toccato ad un’anziana con problemi respiratori e ad un uomo “fatto sedere a fatica”.  Se poi al pronto soccorso arriva qualcuno con un infarto la sostanza non cambia, raccontano dall’ospedale: se non ci sono le barelle lo si fa accomodare sulla seggiola. Le barelle extra, ovviamente, sono state chieste: ma questa è la stagione della crisi e dei tagli.

[gmap]

Gestione cookie