SPECCHIA (LECCE) – Noemi Durini non è morta a causa di un colpo di pietra alla testa. E’ quanto emerge dal primo esame radiologico effettuato dal medico legale Roberto Vaglio sul corpo della ragazza di 16 anni uccisa dal suo fidanzati 17enne vicino Lecce. Dalla Tac eseguita nella camera mortuaria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, non emergerebbero infatti segni di fratture scheletriche, tantomeno al cranio. Questo fa quindi escludere che la giovane, come invece era stato detto in un primo momento, sia deceduta per i colpi inferti con una pietra in testa.
Il risultato della Tac cambia quindi le prospettive sia dell’indagine penale che di quella medico legale che ora dovrà cercare le cause della morte in altre lesioni presenti sul corpo della giovane, sul cui collo sono evidenti segni riconducibili a dei tagli. Il fidanzato diciassettenne della giovane, che si è auto accusato del delitto, nell’ultimo interrogatorio ha detto di averla uccisa con un coltello che la stessa Noemi aveva portato con sé il giorno in cui uscì di casa a notte fonda per incontrarsi con lui. Il piano, secondo il racconto del giovane, sarebbe stato quello quello di sterminare la famiglia di lui che ostacolava il loro rapporto.
Il ragazzo “sta nascondendo suo padre, lo protegge, ma quello non si salverà, ha fatto tutto lui”. Il padre di Noemi accusa il genitore del fidanzato reo confesso sostenendo che ha un ruolo fondamentale nell’omicidio della figlia. L’uomo ha fatto un lungo sfogo con i giornalisti proprio davanti al l’abitazione di Alessano dove abitano i genitori del presunto omicida, sostenendo di voler perdonare il giovane per quello che ha fatto. Era andato lì per cercare di incontrare il padre del ragazzo e solo l’intervento dei carabinieri ha evitato che la situazione degenerasse. “Me l’ha uccisa, vieni fuori bastardo” ha urlato più volte l’uomo cercando di arrivare alla casa.
Noemi, ha detto Umberto Durini, “era la ragazza più brava del mondo. Non era perfetta, ma era brava e onesta”. Una settimana prima della scomparsa, racconta ancora il padre, “stava finalmente bene. Tornava a casa tutte le sere alle 20 e mi abbracciava, era riuscita a lasciarlo”. Ma allora cosa è successo? Secondo l’uomo il nodo di tutto è il ruolo dei genitori del fidanzato, in particolare del padre. “Aveva un odio per mia figlia che non era comprensibile – afferma – e ne faceva le spese anche il ragazzo. Un mese fa lo hanno cacciato di casa e sono stato io a portarlo in farmacia per prendere i farmaci”.