Nonna padrona resiste al giudice: “Mai l’azienda a mio figlio”

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Ottobre 2016 - 12:09 OLTRE 6 MESI FA
Nonna padrona resiste al giudice: "Mai l'azienda a mio figlio"

Nonna padrona resiste al giudice: “Mai l’azienda a mio figlio”

MANDELLO DEL LARIO (LECCO) – La “nonna padrona” Maria Cristina Gilardoni resiste al giudice: “Mai l’azienda a mio figlio”. L’imprenditrice di 83 anni, Cavaliere del lavoro, è stata estromessa da un’ordinanza del Tribunale di Milano dalla sua stessa azienda che produce apparecchiature a raggi x. Su di lei pende l’accusa di aver maltrattato i dipendenti, tanto da averne fatti scappare o finire in depressione diversi, secondo i pubblici ministeri.

Da ieri, quindi, la Gilardoni Spa di Mandello del Lario (Lecco) era stata messa sotto la responsabilità di un amministratore giudiziario, Marco Raccani Gilardoni, figlio della presidente esautorata, che già in passato aveva lasciato l’azienda per contrasti con i metodi dirigenziali della madre.

Alla decisione del Tribunale si era arrivati nell’ambito della causa per “distruzione di valore d’impresa” avviata da Andrea Ascani Orsini, nipote della Gilardoni e titolare del 45 per cento delle quote sociali, spiega Giampiero Rossi sul Corriere della Sera. 

Una causa innescata da certi atteggiamenti della Gilardoni nei confronti dei dipendenti, spiega il quotidiano milanese:

vessazioni, umiliazioni, richiami, sanzioni (ma anche lancio di oggetti) che da un lato hanno indotto molti lavoratori a gettare la spugna e a dimettersi anche in assenza di alternative occupazionali, dall’altro hanno progressivamente impoverito l’organigramma, soprattutto per quanto riguarda figure operative e decisionali importantissime per un’azienda ad alta tecnologia che opera su un mercato planetario.

Mercoledì 12 ottobre avrebbe dovuto essere il giorno della svolta per i dipendenti rimasti alla Gilardoni. ma così non è stato. Alle 6:30, riferisce il Corriere della Sera, la signora Gilardoni ha varcato il cancello dello stabilimento a bordo della sua auto e si è diretta nel suo ufficio. E qualcuno la avrebbe sentita dire: “Figuriamoci se lascio l’azienda in mano a Marco…”.

Ma pare si tratti solo di un rinvio per evitare lo scontro diretto tra madre e figlio. Ma mercoledì sera davanti ai cancelli alcuni operai si sono detti certi che “dovrà intervenire anche la forza pubblica, perché “lei non cederà mai”.