Pensioni non mangiate da tasse: all’estero Canarie, Malta..

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Settembre 2015 - 08:51 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, dove vivere bene (all'estero) con 1000 euro al mese

Pensioni, dove vivere bene (all’estero) con 1000 euro al mese

ROMA –  Sono circa 400mila persone in fuga dall’Italia che hanno scelto di godersi e di spendere la pensione all’estero, dove le tasse da pagare sono di meno e anche il costo della vita è più basso. Che si tratti delle vicine Bulgaria e Tunisia o dei più esotici Canarie o Thailandia.

Nelle Canarie ad esempio, spiegano Rosanna Acierno e Giovanni Parente sul Sole 24 Ore,

nel caso di pensionati, fiscalmente residenti, sono previsti numerosi sgravi fiscali (anche per gli affitti di immobili) che aumentano per gli ultra 65enni. L’aliquota Iva ordinaria è fissata al 7% mentre è al 13,5% quella per prodotti di lusso. Non è prevista alcuna imposta patrimoniale né di proprietà.

E in Portogallo, invece,

La normativa portoghese prevede la possibilità di riconoscere ai soggetti di nazionalità estera lo status di cd. residente fiscale non abituale, con cui lo straniero acquisisce per 10 anni il diritto ad agevolazioni fiscali, quali ad esempio l’esenzione da tassazione dei redditi da pensione in Portogallo, se tassati alla fonte nello Stato di origine. L’aliquota Iva ordinaria è pari al 23%, al 6% quella applicabile a prodotti di prima necessità e al 13% quella applicabile alle prestazioni di servizi nel settore della ristorazione, al caffè, alcuni vini, piante ornamentali e fiori, attrezzature per l’agricoltura o per l’uso delle energie rinnovabili, petrolio e gasolio, olio combustibile. Non è prevista alcuna imposta patrimoniale né di proprietà.

Agevolazioni fiscali anche a Malta, Cipro e in vari Paesi del Centro e Sud America.

Ma tra i Paesi prescelti, riporta Gabriele Villa su Il Giornaleci sono anche,

Bulgaria e Tunisia. Un volo low cost e ci si rende subito conto che in Bulgaria tira proprio un’aria diversa: a Sofia, capitale bulgara, l’affitto di un trilocale, nuovo e completamente arredato, non supera i 300 euro al mese. Al ristorante di un grande albergo, una cena completa non va oltre i 18 euro (mediamente si mangia con un massimo di 12 euro). Le bollette (luce e gas) sono ridotte a zero perché ritenuti servizi indispensabili che lo Stato deve offrire ai suoi cittadini. I pensionati poi non pagano proprio le tasse tanto che trasferendo la residenza si guadagna di colpo almeno il 30 per cento. Il ticket per una visita medica in Bulgaria costa 1,5 euro, il consulto di uno specialista sui 15, una colf fissa 150 euro al mese. E l’assicurazione per qualsiasi tipo di auto costa solo 80 euro all’anno.

Vivere, invece, da pensionato in Tunisia significa anche accrescere il valore della pensione: si paga un’aliquota dal 15 al 35 per cento, ma solo sul 20 per cento del reddito, l’altro 80 è esente e c’è anche un accordo che garantisce ai pensionati italiani una copertura medica totale, al pari di quella assicurata nei confini dell’Unione Europea. Stesso discorso per il Marocco: città come Agadir e Dar el-Jadida vivono un boom edilizio senza precedenti proprio perché i prezzi di un appartamento sono un terzo di quelli italiani.

Anche la Thailandia già frequentatissima da americani e tedeschi sta vivendo un boom di presenze di pensionati italiani che sono già 700. I prezzi sono tra il 36 e il 64 per cento in meno rispetto all’Italia.

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, spera che venga messo un freno contro questo fenomeno in forte ascesa:

“Continuiamo a pagare ogni anno 200 milioni di euro di prestazioni assistenziali a pensionati che vivono in altri Paesi e che magari hanno un’assistenza di base. E’ un principio abbastanza strano, che altri Paesi non fanno ed è paradossale perché in Italia non ci sono strumenti contro la povertà e una rete di base proprio perché si dice non ci siano le risorse”.