ROMA – Morire a due anni dissanguato dopo una banale operazione alle tonsille. E’ la tragica fine del piccolo Flavio. Il bambino era stato sottoposto all’intervento di routine all‘ospedale pediatrico Bambin Gesù di Palidoro (Roma). Dimesso, a poche ore da un successivo controllo è morto dissanguato a casa sua, davanti ai genitori impotenti che invano tentavano di tamponare la fuoriuscita di sangue.
La tragica vicenda, raccontata da Giulio De Santis sul Corriere della Sera, è avvenuta lo scorso 8 giugno, ma adesso la Procura ha aperto un’inchiesta d’ufficio, senza aspettare la denuncia.
Scrive il Corriere della Sera:
A segnalare la vicenda all’autorità giudiziaria era stata l’equipe sanitaria del Pertini, dove il piccolo fu portato la sera della tragedia dagli operatori del 118, intervenuti in seguito alla chiamata d’urgenza della famiglia. La corsa disperata per salvarlo, però, non fu sufficiente. «Mio figlio mi è spirato tra le braccia, spero adesso che sia fatta giustizia», dice Cristiana Capolecchia, la mamma di Flavio. «L’ospedale al momento della dimissione fornisce spiegazioni delle prescrizioni da seguire nei giorni a seguire. In questo caso, non sappiamo cosa sia successo dopo la visita di controllo. Esprimiamo costernazione e cordoglio», hanno fatto sapere i vertici del Bambino Gesù, assistiti dall’avvocato Gaetano Scalise.
Il piccolo Flavio si era sottoposto all’operazione alle tonsille dopo alcuni problemi di respirazione. Dopo una visita medica emerse che soffriva di apnea notturna curabile solo con la rimozione degli organi. Il 30 maggio scorso il bimbo venne ricoverato al Bambino Gesù di Palidoro e sottoposto ad adenotonsillectomia il giorno successivo. La settimana seguente tutto sembrava andare normalmente. Poi, prosegue il Corriere della Sera,
Il 7 giugno era stato fissato l’appuntamento presso la sezione di Otorinolaringoiatria del Bambino Gesù. (…) La visita però non sarebbe stata condotta secondo il rispetto delle procedure, almeno stando quanto riportato nella denuncia del padre, Massimo Capolecchia, depositata dagli avvocati Emiliano Bartolotti e Giuseppe Caparrucci.
«Flavio veniva sottoposto a un superficiale controllo da parte del medico di reparto, il quale, senza l’ausilio di specifiche strumentazioni, riferiva che non erano state riscontrate anomalie». Il giorno dopo, l’8 giugno, il drammatico epilogo: all’ora di cena, Flavio iniziò a vomitare sangue, morendo in pochi minuti. Il sospetto della famiglia è che i punti sulla ferita siano stati apposti male. A settembre saranno depositati i risultati dell’autopsia.