Polizia municipale con i super occhiali per fare le multe, ma interviene il Garante della Privacy

Si tratta di un occhiale dotato di visore e di telecamere ad alta risoluzione ideato per riconoscere e leggere automaticamente i dati dei veicoli e i documenti degli utenti e grazie ad un software gli agenti potranno visualizzare i dati dei veicoli.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2022 - 16:56 OLTRE 6 MESI FA
polizia municipale occhiali

Polizia municipale con i super occhiali per fare le multe, ma interviene il Garante della Privacy (Foto ansa)

Agenti della polizia municipale dotati di super occhiali con telecamere a raggi infrarossi incorporati per leggere targhe e documenti e procedere, se necessario, con multe immediatamente. Si tratta di una sperimentazione, che partirà a dicembre ad Arezzo (e Lecce) ma che ha già scatenato polemiche per la tutela della privacy. 

Come funzionano i super occhiali della polizia municipale

I super occhiali Lab Glasses saranno dati alla polizia municipale di Arezzo e l’uso è indicato per luoghi e circostanze dove serve velocità di intervento. Quello che verrà testato sulle strade è un sistema costituito da “un occhiale dotato di visore e di telecamere ad alta risoluzione ideato per riconoscere e leggere automaticamente i dati dei veicoli e i documenti degli utenti. Grazie al software Urbano 2.0, integrato nel device abbinato al sistema, consentono l’accesso alle principali banche dati e l’acquisizione in tempo reale delle informazioni richieste che saranno impresse direttamente sul visore oculare”.

“I dati – ha spiegato il comandante della polizia municipale di Arezzo, Aldo Poponcini, al Corriere Fiorentino – vengono proiettati sul visore dell’agente che controlla e può decidere se multare oppure no. La stampante di cui è dotato lo strumento permetterà di avere subito la sanzione pronta. Con la versione finale si arriverà alla notifica digitalizzata”.

L’intervento del Garante della privacy 

Gli occhiali però finiti nel mirino del Garante della privacy. L’Autorità ha infatti aperto un’istruttoria nei confronti dei Comuni di Arezzo e Lecce. “In base alla normativa europea e nazionale – ha ricordato l’Autorità all’agenzia AdnKronos – il trattamento di dati personali realizzato da soggetti pubblici, mediante dispositivi video è generalmente ammesso se necessario per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri. Ma i Comuni, ha sottolineato il Garante, possono utilizzare impianti di videosorveglianza, solo a condizione che venga stipulato il cosiddetto patto per la sicurezza urbana tra Sindaco e Prefettura”.

L’Autorità, con una nota, ha messo in guardia dall’uso di dispositivi video che possano comportare, anche indirettamente, un controllo a distanza sulle attività del lavoratore e ha invitato al rispetto delle garanzie previste dalla disciplina privacy e dallo Statuto dei lavoratori. Anche il Comune di Arezzo dovrà fornire copia dell’informativa “che sarà resa agli interessati, sia cittadini a cui si riferiscono i veicoli e sia personale che indosserà i dispositivi, e la valutazione d’impatto sul trattamento dei dati che li riguarda”.

Forse dovresti anche sapere che…